Nicolò Tiraboschi, non fermarsi mai sui traguardi raggiunti …

Nicolò Tiraboschi, non fermarsi mai sui traguardi raggiunti …

18 Ottobre 2025 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

 

Lo scacchipugilato o chessboxing è uno sport combinato, che mescola la boxe e gli scacchi.  Con il bergamasco Nicolò Tiraboschi, venticinquenne campione del mondo della disciplina che mescola mirabilmente esercizio fisico ed esercizio mentale una piccola chiacchierata, per saperne di più su di uno sport che in Italia ha preso a diffondersi dal 2003.

Scacchi boxe. Non si tratta certo di uno sport di massa ma è stimolante poter vedere lo scontro tra uno degli sport dove maggiormente è esaltata la potenza fisica con uno dove è esaltata la massima potenza mentale.

Per me lo scacchi‑boxe è la ricerca dell’atleta a 360 gradi: forza fisica e potenza mentale. È lo sport che va contro i preconcetti — non esiste più lo scacchista nerd che non fa attività fisica né il pugile che disprezza la scacchiera. Qui devi essere entrambi: stratega e combattente. È una sfida che smonta gli stereotipi e ti mette alla prova su due fronti completamente diversi.

Da scacchista a boxeur e viceversa. Durante le gare questi ruoli si alternano. Richiedono oltretutto anche una concentrazione mentale diversa. Insomma questo è uno sport complicato.

Giocare a scacchi con l’adrenalina addosso, a pochi minuti dall’ultimo colpo subìto o dato, è qualcosa di profondamente diverso rispetto al giocare rilassato al computer in pigiama. Le strategie dello sport plasmano il match: ogni volta che salivo sul ring mi chiedevo “come sta andando alla scacchiera?” e modulavo l’approccio di conseguenza. Se stavo perdendo a scacchi dovevo dare tutto sul ring; se stavo vincendo, spesso bastava sopravvivere quei tre minuti. Anche se a me non piace “sopravvivere” — sapere di poter vincere senza esporsi ti annulla psicologicamente e ti rende più vulnerabile.

L’alimentazione va calibrata a seconda della disciplina sportiva praticata. In questo caso dove gli estremi si toccano qual può essere il giusto equilibrio per una buona dieta?

Ho voluto dare il massimo, quindi mi sono fatto seguire da un nutrizionista top che lavora anche con fighter UFC: la nutrizione per me è fondamentale. L’obiettivo più delicato era arrivare al giorno del peso (il 23 ottobre) con 6 kg in meno rispetto al mio peso normale — un calo che si fa solo con un professionista. In generale ho seguito una dieta da pugile, pensata per mantenere forza ed energia; nell’ultimo mese ho solo aggiunto più scacchi prima e dopo i pasti.

Ad appena venticinque anni lei è già campione del mondo. Cosa si prova a volare a certe altezze?

È stata una sfida personale che ho superato a pieni voti: ho vinto il mondiale due volte, e quest’anno mi hanno anche premiato “miglior chessboxer”, che per me è come il pallone d’oro del mio sport. Ma per come sono fatto, guardo sempre avanti: non mi fermo sui traguardi già raggiunti. Il titolo non mi ha portato grandi guadagni né la fama di strada — spesso devo ancora spiegare cos’è lo scacchipugilato — quindi lo prendo come una tappa del viaggio e ora penso già alle prossime sfide.

Tra due discipline Sportive che sono diventata una nello scacchipugilato lei predilige più ” l’arrocco” o il “ko”?

Ho giocato a scacchi dai 14 ai 20 anni e fatto boxe nel 2023 e nel 2025: gli scacchi sono la mia kryptonite, li amo e li odio insieme. Quei sei anni mi hanno consumato — zero vita sociale, zero attività fisica — e ne ho dei rimpianti. Per questo, anche se il gioco mi affascina, oggi preferisco il pugilato: mi ha risvegliato dall’oblio dello scacchista e mi ha riportato alla concretezza della vita. L’intento dello scacchi‑pugilato è proprio questo: prendere un ragazzo piatto che conosce solo gli scacchi e presentargli un altro mondo. Quindi, tra i due, scelgo il KO — ma solo dopo aver valutato la mossa giusta sulla scacchiera.