Nicola Fortunato, lo sport binomio di salute e crescita per i giovani

Nicola Fortunato, lo sport binomio di salute e crescita per i giovani

19 Agosto 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

I benefici dello Sport sono tanti, soprattutto durante lo sviluppo dell’età evolutiva.  Gli sport di squadra sono una vera e propria palestra di vita per bambini e ragazzi. Rugby, Pallavolo, Baseball, Calcio e non solo, consentono loro di stringere nuove amicizie, alimentando l’altruismo e la sana competizione.

  Una recente ricerca della Washington University di St. Louis (Usa) pubblicata sulla rivista Biological Psychiatry, sottolinea come gli sport di squadra fanno bene anche all’umore e tengono lontana la depressione.

Condividere un campo da gioco è il miglior modo per misurarsi con un’interazione sana e concreta. Essendo parte integrante di un gruppo-squadra i bambini interagiscono con coetanei che provengono da scuole, contesti familiari e sociali diversi. Questa è una modalità favorevole per lo sviluppo di nuove amicizie imparando a misurarsi in modo costruttivo con “l’altro”.

I ricercatori della Washington University di St. Louis (Usa) hanno analizzato le abitudini e il tipo di attività sportive svolte da 4191 bambini di età compresa tra 9 e 11 anni, chiedendo informazioni sulla presenza di eventuali sintomi depressivi ed eseguendo una scansione cerebrale. È emersa una correlazione tra lo svolgimento di sport di squadra e il volume dell’ippocampo, la zona del cervello deputata a regolare l’umore e la memoria, e una riduzione della depressione. Nonostante, per il momento, non sia possibile stabilire una relazione specifica, il dato risulta molto interessante e degno di ulteriori approfondimenti.

Grazie agli sport di squadra bambini ed adolescenti sviluppano competenze e abilità, condividendo insieme le emozioni, le frustrazioni, i fallimenti, le sconfitte, le regole del gioco e quelle della convivenza. Si inizia a comprendere il valore della collaborazione tra pari, migliora l’umore e i bambini si preparano ad affrontare le difficoltà che incontreranno da adulti. Sul campo da gioco si imparano le regole e come rispettarle. L’allenatore non essendo un vero e proprio insegnante e nemmeno un genitore, lo pone in una dimensione autorevole, ma spensierata, adatta a essere rispettato e seguito anche dai ragazzi che faticano a rispettare le regole di convivenza all’interno di una comunità.

Quando si pratica un’attività come il rugby, la pallavolo, il Basket o il Calcio, quelli che non riescono a tenere il passo vanno aiutati e supportati adeguatamente. Lo sport di gruppo stimola in maniera molto efficace l’autodeterminazione, la solidarietà, lo sviluppo delle relazioni positive, la spontaneità e la corresponsabilità dei ragazzi.

Oggi parliamo di Sport, Salute e Covid con un Pallavolista di Serie A, Nicola Fortunato: 2021/2022 A3 OmniFerPalmi; 2020/2021 A3 Gestioni & Soluzioni Sabaudia; 2019/2020 A3 Gestioni & Soluzioni Sabaudia; 2018/2019 A2 Geostat Geovertical Lagonegro; 2017/2018 A2 Geostat Geovertical Lagonegro; 2016/2017 A2 Basi Grafiche Geosat Lagonegro; 2014/2016 B1 Rinascita Volley Lagonegro; 2007/2014 B1 Rinascita Volley Lagonegro.

Come ha vissuto e come vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

Noi giocatori di Lega Pallavolo Serie A siamo state delle persone privilegiate in quanto non si è avvertita al 100 % la pandemia poiché abbiamo continuato a svolgere il nostro lavoro. Sicuramente è stato un periodo complicato stare lontani dalle famiglia e dalle persone care non è stato facile però ho cercato io ed i miei compagni di evitare più possibile i contatti con gli altri, abbiamo vissuto quasi 8 mesi come se fossimo in una bolla. Ora la situazione sembra in miglioramento grazie anche ai vaccini si è un po’ più tranquilli ma comunque dobbiamo tenere gli occhi ben aperti e cercare di continuare a rispettare le regole.

Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Volley in particolare la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?

Dal punto di vista economico è stato un bel problema poiché le società di pallavolo diciamo la maggior parte finanzia le proprie stagioni con piccole aziende e tanti piccoli imprenditori i quali sono stati messi al tappeto dalla pandemia. Quindi è stato un anno molto complicato presumo per tutte le società però come detto prima siamo stati dei privilegiati perché comunque siamo riusciti ad andare avanti. Poi un altro problema è stato l’assenza di pubblico perché anche dagli abbonamenti molte società avevano i loro ingressi.

Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute?

Sicuramente un disagio l’hanno avvertito le persone che non hanno potuto praticare più sport in questo periodo e parlo soprattutto dei bambini poiché tutte le scuole di pallavolo sono state purtroppo chiuse circa da un anno e mezzo. Penso che per i più giovani questo è stato un periodo complicato che segnerà la loro vita. Le scuole di pallavolo sicuramente educano non solo da un punto di vista prettamente sportivo ma disciplinano i ragazzi e formano dal lato umano. In questo periodo anche una semplice passeggiata tra una restrizione e l’altra portava gioia e si spera che si ritorni al più presto alla normalità.

Cosa le hanno dato in termini di crescita personale, sociale e professionale lo Sport in generale e la Pallavolo in particolare?

Scelsi la Pallavolo perché era un gioco di squadra che ti insegna a condividere con gli altri la vittoria e la sconfitta. Insegna che tutti sono fondamentali per il raggiungimento dell’obbiettivo perché è uno dei pochi sport di squadra che in un’azione almeno due persone diverse devono toccare la palla. Il mio percorso iniziato da piccolo mi ha insegnato tanto e gli insegnamenti che ho appreso li metto in pratica nelle vita di tutti i giorni.