Nel vecchio continente la più alta incidenza di cancro

Nel vecchio continente la più alta incidenza di cancro

4 Dicembre 2018 0 Di La Redazione

Migliora l’efficacia della cura per alcune forme neoplastiche: seno, tiroide, prostata. Non su gli stessi livelli le terapie per curare i tumori del cervello e del pancreas.

Prof. Francesco Cognetti Presidente di fondazione insieme contro il cancro

Le neoplasie sono malattie multifattoriali legate all’ambiente, allo stile di vita, ad una predisposizione genetica. Resta però il dato che in Europa si registra il 25% del totale dei casi del cancro diagnosticati nel mondo, una percentuale molto elevata se si considera che nel Vecchio continente vive solo il 9% della popolazione mondiale. Ogni anno circa 4 milioni di cittadini europei sono colpiti da tumore. La mortalità per cancro è diminuita nei Paesi occidentali negli ultimi 25 anni (per quasi tutte le forme neoplastiche), soprattutto nelle donne rispetto agli uomini per la diffusione dei programmi di screening e trattamenti più efficaci. La sopravvivenza netta a 5 e 10 anni è costantemente aumentata negli ultimi anni fino all’80-90% nei tumori della tiroide, della prostata, della mammella e nel melanoma, ma è ancora bassa (circa il 10-20%) nei tumori del cervello, del fegato, del polmone, dell’esofago e del pancreas. È questo il quadro descritto dal prof. Francesco Cognetti, presidente di Fondazione insieme contro il cancro nella relazione sulle “Nuove frontiere nella lotta contro il cancro” al convegno EU Research and Innovation in our daily life presso il Parlamento europeo a Bruxelles. “I miglioramenti sono costanti nel tempo – spiega lo specialista – ma permangono variazioni tra Paesi europei con differenze nelle cure oncologiche legate a diverse ragioni: l’intensità diagnostica e lo screening che portano a una diagnosi più precoce o tardiva, i trattamenti efficaci, lo stato socioeconomico, lo stile di vita e differenze di salute generale nella popolazione, i costi per i tumori e l’organizzazione delle cure. Si aprono prospettive completamente nuove. Innanzitutto, la biopsia liquida rappresenta una misura diretta del DNA tumorale nel sangue e può permettere una rilevazione precoce e il monitoraggio della malattia minima residua e delle mutazioni che si manifestano con lo sviluppo della resistenza. È inoltre disponibile una migliore tecnica di immagine (‘SPION uptake’ per il cancro) dove sono rilevabili lesioni più piccole di 300 millimicron di diametro. Si stanno sviluppando, inoltre, nuove strategie e terapie anticancro, come agenti multitarget per la medicina di precisione individuale e immunoterapie innovative che stanno cambiando l’esito di molte patologie come il melanoma, il tumore del polmone non a piccole cellule e il carcinoma renale. Questi trattamenti sono in grado di raggiungere un alto tasso di regressione o stabilizzazione della malattia e una sopravvivenza a lungo termine in molti casi”. I dati di sopravvivenza sono migliori in Europa del Nord e centrale e in alcuni Paesi del Sud (Italia e Spagna). Sono invece peggiori nel Regno Unito e in Europa orientale”.