Napoli, Medaglie d’argento per 110 medici e odontoiatri
18 Novembre 2024Bruno Zuccarelli: «Un simbolo di resilienza della categoria».
Medaglie per i 40 anni dalla laurea, per sottolineare un impegno che non ha mai fine. Si concluderà domani la cerimonia con la quale l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Napoli e provincia sta celebrando l’ambito traguardo dei suoi iscritti, laureati nel 1984. Una cerimonia suddivisa in 4 giorni per onorare il percorso di ben 110 tra medici e odontoiatri. «Celebrare i 40 anni dalla laurea – spiega il presidente dell’Ordine dei Medici, Bruno Zuccarelli nella foto di copertina insieme a D’Amico-Ricci e a Piccolo – significa dare valore a un impegno che non conosce limiti né orari. Per i colleghi che hanno conseguito la laurea nel 1984 questi quattro decenni sono stati scanditi da sfide che mai avrebbero immaginato, traguardi impensabili della medicina e frontiere abbattute grazie alle nuove tecnologie; ma anche momenti drammatici come quelli affrontati durante la pandemia, nel corso della quale i colleghi hanno dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, la loro dedizione, il coraggio e una grande umanità». Le medaglie conferite, quindi, non simboleggiano solo una lunga carriera; rappresentano la resilienza della categoria, la competenza e la capacità di aggiornarsi costantemente, di apprendere e adattarsi. «Ogni paziente assistito, ogni famiglia sostenuta, ogni studente formato, e ogni collega ispirato – prosegue Zuccarelli – contribuiscono a un patrimonio umano e professionale inestimabile. Il nostro Ordine continua a vivere proprio grazie a questo esempio». Quest’anno, come sottolineato dal presidente della Commissione Albo Odontoiatri Pietro Rutigliani, la celebrazione delle medaglie è coincisa anche con i 40 anni dall’istituzione del corso di laurea in Odontoiatria e tante sono le testimonianze di buona sanità alle quali l’Ordine dei Medici ha voluto rendere omaggio: quella dalla pediatra Giovanna Argo, ma anche quelle che hanno coinvolto i medici Domenico Loffredo, Gerardo Fonzo, Paola Nardini e Giuseppe D’Amico Ricci. E proprio la storia di quest’ultimo è emblematica di come la professione di medico sia prima di ogni altra cosa una vocazione. La sua esperienza, che sarebbe rimasta una delle tante avvenute senza clamori, è arrivata all’attenzione dell’Ordine dei Medici grazie ad una lettera d’encomio e risale al mese di settembre. Il dottor D’Amico Ricci si è trovato nei pressi di Venezia, di ritorno da un viaggio. Accortosi di un incidente in autostrada si è fermato a prestare soccorso. Ben presto ha dovuto lottare per salvare la vita di una giovane motociclista vittima di un violento incidente. Nei minuti a seguire le azioni del giovane medico, oggi in servizio all’Ospedale del Mare di Napoli, hanno fatto la differenza per quella giovane donna: sono state il discrimine tra la vita e la morte. La sera stessa, D’Amico Ricci – che è anche Ufficiale medico della riserva selezionata della Marina Militare – è riuscito a sapere che il suo intervento era stato efficace: la giovane motociclista se la sarebbe cavata. Tre mesi dopo, proprio in occasione della consegna delle medaglie, il dottor D’Amico Ricci ha potuto rivedere, grazie ad un collegamento skype, la sua “paziente per caso”. Un momento di grande commozione, così come commoventi sono alcuni passaggi della lettera che la giovane donna, un’agente di polizia, ha scritto all’Ordine dei Medici di Napoli: “Scrivo queste righe oltre per esprimere la mia gratitudine verso tutto il personale sanitario italiano, per ringraziare formalmente il dottor D’Amico Ricci per la sua professionalità e umanità. Sul posto in attesa dell’arrivo dell’ambulanza ha chiuso temporaneamente la mia ferita profonda, ha controllato il mio occhio sinistro, i miei battiti. La sera stessa ha contattato l’ospedale nel quale ero ricoverata per sincerarsi delle mie condizioni”. E ancora “comprendo bene che tali operazioni rientrano nel dovere professionale di ogni medico, tuttavia dopo essere viva per miracolo e grazie anche alla professionalità di tali persone, come persona, sento il dovere ed il bisogno di rivolgere formalmente all’Ordine dei Medici di Napoli un ringraziamento dal profondo del mio cuore”.