Napoli in scena: Fortunato Calvino rivela il mondo dei ‘femminielli’ con “Vico Sirene”

Napoli in scena: Fortunato Calvino rivela il mondo dei ‘femminielli’ con “Vico Sirene”

25 Febbraio 2024 Off Di Miriam Perfetto

Foto di Antonino Fattorusso

A Sorrento, il regista Fortunato Calvino ha esplorato il mondo dei “femminielli”, offrendoci una prospettiva unica sulla loro realtà. Attraverso il teatro, Calvino non solo intrattiene, fa sorridere, ridere  il pubblico ma lo istruisce su temi sociali cruciali.

Nato a Napoli, Calvino ha iniziato la sua carriera artistica nel lontano 1978, distinguendosi come teatrante e filmmaker. Il suo debutto come regista teatrale avviene con “La Signorina Margherita” di Roberto Athayde. Da allora, ha affrontato questioni come l’usura, la violenza sulle donne e l’emarginazione, con particolare attenzione alla diversità di genere.

Le opere di Calvino sono impregnate di un profondo taglio socio-antropologico, con Napoli come protagonista indiscussa. Attraverso i suoi lavori, l’autore ci conduce per i vicoli e i quartieri della città, mostrandoci una realtà fatta di luci e ombre, di bellezza e crudeltà.

Foto di Antonino Fattorusso

Il suo lavoro “Vico Sirene”, ci trasporta nei quartieri spagnoli di Napoli, esplorando le vite e le esperienze dei femminielli. Questi personaggi, fin dalla antichità presenti nella cultura napoletana, rappresentano una figura unica, caratterizzata da una combinazione di tratti maschili e femminili.

Il termine “Sirene” non è casuale, richiama il mito della Sirena Partenope, che con la sua ambiguità  da sempre ammalia, accoglie il nuovo e il diverso. Il testo di Calvino si basa sulla vita della Tarantina, un femminiello nato ad Avetrana nel 1936, il quale ha trovato rifugio e “accettazione” nei quartieri spagnoli di Napoli subito dopo la seconda guerra mondiale. È proprio durante quel periodo che la città partenopea, anche al contributo dei femminielli, riesce a liberarsi dai tedeschi durante le Quattro Giornate di Napoli.

Con il suo teatro, Calvino offre uno spazio sicuro per esplorare temi delicati come l’omosessualità, il disagio sociale e la prostituzione. Le sue rappresentazioni non solo stimolano il dialogo e la riflessione, ma anche promuovono un senso di inclusione e rispetto reciproco.

Il teatro di Calvino va oltre il mero scopo artistico, diventando una potente risorsa educativa e di sensibilizzazione sociale. Attraverso la critica e il coinvolgimento del pubblico, contribuisce a promuovere una cultura in cui la diversità è apprezzata e celebrata, anziché temuta o ignorata.

In un mondo in cui l’ingiustizia e l’esclusione sociale sono ancora diffusi, le opere di  Fortunato Calvino rappresentano una preziosa voce per il cambiamento e l’inclusione, offrendoci una visione più profonda e umana della società.