Medici precari over 43, “sostituti” per sempre?

Medici precari over 43, “sostituti” per sempre?

14 Luglio 2019 0 Di a.m.

La problematica – denuncia lo Smi – investe in primis la Regione Campania prima in Italia per numero di medici da 43 anni in su non ancora stabilizzati (oltre 3.500) in attesa di prima convenzione.

 La legge ancora non c’è, ma le premesse di escludere parzialmente i medici dal processo di stabilizzazione, per ragioni anagrafiche, ci sono tutte. La base della proposta e relativo iter procedurale, che prevede l’applicazione di un sistema di un’interruzione parziale dell’attività, deve ancora incassare l’approvazione del ministro della Salute ed ottenere l’OK della Conferenza Stato-Regioni. Secondo questa ipotesi, i medici più anziani potranno andare in pensione per un massimo di venti ore settimanali, continuando a lavorare per le restanti diciotto.

Un accordo che ha fatto gridare allo scandalo ma che ha già raccolto l’adesione di qualche sigla sindacale. “Lo impone l’Enpam, perché c’è bisogno di assumere medici che debbano lavorare 25 anni per compensare i contributi dei più anziani che vanno in pensione” spiega il vicesegretario nazionale Sumai, Gabriele Peperoni.

Intanto infuriano le proteste fra le sigle sindacali mediche con l’Ums che chiede di cambiare l’intesa su basi che condannano all’eterno precariato migliaia di medici.

Eclatante la protesta – riportata nei giorni scorsi dal quotidiano La Stampa di Torino – Marco Tokkola ha già messo in vendita la sua laurea in odontoiatria: «Cessata attività». Usato di qualità, verrebbe da dire, se è vero che il dentista napoletano, oramai quarantacinquenne, si prende cura di pazienti sempre diversi da ben 18 anni. Ha cambiato decine di ambulatori e nella graduatoria degli specialisti precari è primo in almeno dieci province italiane: «Alessandria, Venezia, Caserta, Avellino, Rieti, Salerno, Frosinone, ma anche Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano – racconta – Ora, però, rischio di buttare al vento l’esperienza e il sacrificio. Perché ho 45 anni e non ho diritto alla stabilizzazione».