
Medici gettonisti, Schillaci: basta esternalizzazioni selvagge
19 Agosto 2025“Il fenomeno dei gettonisti – che preferisco chiamare con il suo vero nome, esternalizzazione selvaggia – nasce da un contesto ben preciso: anni di mancata programmazione, tagli lineari, scarsa attrattività del SSN”. È quanto dichiarato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, con un intervento incisivo durante il Question Time alla Camera, in risposta alle preoccupazioni legate alle gravi carenze di personale nel Servizio sanitario nazionale (SSN) e alla scadenza dei contratti di migliaia di professionisti a gettone. Nel suo intervento, Schillaci ha criticato le logiche che hanno portato a una dipendenza strutturale dai professionisti a gettone, sottolineando una distorsione del sistema pubblico: “Mi si dice che le aziende sanitarie usano i gettonisti perché rientrano nella voce ‘beni e servizi’ invece che nel capitolo personale. Trasformiamo i medici in beni. È esattamente il tipo di creatività contabile che ha portato il SSN dove si trova oggi”. Un’accusa diretta a decenni di gestione frammentaria e al ricorso sistematico a scorciatoie contabili per compensare la mancanza di personale strutturato, in un contesto segnato da tagli e sottofinanziamento cronico.
Schillaci ha poi messo in discussione la narrazione secondo cui i gettonisti sarebbero indispensabili per garantire i turni nei reparti: “Curioso come nessuno menzioni che alcuni di questi gettonisti garantiscono sì il 60% dei turni, ma a che prezzo? E poi con quale continuità assistenziale?”. E ancora: “Vogliamo davvero un sistema sanitario che dipende da professionisti senza alcun legame con le strutture dove operano? Dove un paziente può essere visitato da cinque medici diversi in cinque giorni?”. Secondo il ministro, la priorità del governo è rafforzare la sanità pubblica, riportando i medici dentro il sistema, anche attraverso nuove modalità contrattuali: “Le nostre linee guida stabiliscono regole precise: massimo 12 mesi, tariffe calmierate a 85 euro l’ora per i servizi critici. Non 150, non 200 euro come accadeva”, ha ricordato. Schillaci ha poi sottolineato la scelta strategica di evitare nuovi contratti tramite cooperative private: “Con un emendamento al disegno di legge sulle prestazioni sanitarie permettiamo alle Regioni e agli enti del SSN di assumere direttamente professionisti con contratti di collaborazione. Non attraverso cooperative, ma direttamente. È il SSN che assume, non le agenzie private”. Una misura pensata come “percorso ponte” verso assunzioni stabili, non come una nuova forma di esternalizzazione.
Schillaci ha rivendicato anche le misure economiche e normative già messe in campo dal governo per rendere il SSN più attrattivo: Riduzione delle tasse sulle prestazioni aggiuntive dal 43% al 15% per i medici pubblici; 100 milioni in due anni per aumentare le indennità nei Pronto Soccorso; Agevolazioni fiscali per infermieri (solo 5% sugli straordinari dal 2025); Incentivi per specializzandi nelle discipline critiche; Disegno di legge delega sulle professioni sanitarie, con concorsi più snelli e sviluppo di carriera. “Il nostro impegno è molto chiaro: sostenere il servizio pubblico e non le cooperative private”, ha ribadito Schillaci.
“Politiche strutturali, non misure emergenziali”, ha concluso, segnalando il cambio di rotta rispetto a un passato che il governo giudica inefficiente e dannoso. Il ministro ha poi lanciato un’accusa a chi, in passato, ha favorito l’uso delle cooperative: “Qualcuno forse preferiva il sistema precedente? Quello dove si urlava contro le privatizzazioni di giorno e si firmavano contratti milionari con le cooperative di notte?”.