Medici di famiglia, “prorogarli in servizio oltre i 70 anni un’illegittima forzatura”

Medici di famiglia, “prorogarli in servizio oltre i 70 anni un’illegittima forzatura”

23 Gennaio 2024 Off Di Giuseppe Cacace*

Con deliberazione numero 56 del 15/01/2024, numero 75 del 16/01/2024 e numero 76 del 16/01/2024, pubblicati sull’albo pretorio online, l’Azienda Sanitaria Locale Napoli 3 Sud ha deciso di prorogare il mantenimento in servizio di tre medici di Assistenza Primaria (medici di famiglia) su base volontaria oltre il settantesimo anno di età, rispettivamente negli ambiti di Torre del Greco, S. Giorgio a Cremano e Sorrento, specificando che “detto rapporto cesserà contestualmente alla data di apertura dello studio medico da parte del medico di assistenza primaria a ciclo di scelta avente diritto e individuato a seguito della procedura di assegnazione degli ambiti territoriali carenti di assistenza primaria a ciclo di scelta per l’anno 2024”.

Si tratta di una illegittima forzatura interpretativa dell’articolo 4, comma 9-octiesdecies, del decreto legge numero 198 del 29/12/2022, convertito, con modificazioni, dalla legge numero 14 del 24 febbraio 2023 (c.d. Decreto Milleproroghe), che recita “al fine di far fronte alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale e di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, in assenza di personale medico convenzionato collocabile, le Aziende del Servizio Sanitario Nazionale, sino al 31/12/2026 posso trattenere in servizio, a richiesta degli interessati, il personale medico in regime di convenzionamento col Servizio Sanitario Nazionale, di cui al Decreto Legislativo 30/12/1992 numero 502, in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza, fino al compimento del settantaduesimo anno di età e comunque entro la predetta data”,

Questa improvvida decisione rischia di produrre una vacatio assistenziale ai cittadini, con la potenziale sequela di contenziosi legali da parte dei medici aventi diritto danneggiati. 

In primo luogo perché, per gli ambiti carenti individuati per l’anno 2023, non sono state esperite tutte le procedure atte alla individuazione dei medici aventi diritto, ossia l’Azienda non ha bandito incarichi di assistenza primaria a ciclo di scelta provvisori, come normato dall’articolo 37 dell’Accordo Collettivo Nazionale vigente. 

Secondariamente, sull’argomento si è espresso il Coordinamento Tecnico Area Assistenza Territoriale della Commissione Salute, per conto della Direzione Generale delle Professioni Sanitarie e delle Risorse Umane del Servizio Sanitario Nazionale (DGPROF/3/P/ I.8.d.n.1.1/2023/1), ribadendo, semmai ce ne fosse bisogno, che “per verificare l’assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile, dovranno essere state preventivamente esperite tutte le procedure di assegnazione degli incarichi vacanti previste dagli Accordi collettivi nazionali di settore (primo avviso da pubblicarsi entro la fine di marzo, secondo avviso di cui alla c.d. procedura SISAC e terzo avviso per l’assegnazione ai medici iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale – limitatamente agli MMG). Solo dopo la conclusione delle stesse, si avrà reale contezza dell’offerta o meno di personale medico convenzionato collocabile”.

Infine, sempre perché repetita iuvant sed secant, i Comitati Aziendali articolo 12 delle Asl Napoli 2 Nord e Napoli 1 Centro, rispettivamente in data 11/05/2023 e 19/05/2023, all’unanimità hanno rimarcato che, per bandire un incarico provvisorio, sia necessario appurare che la eventuale carenza assistenziale venutasi a creare non sia prima assorbibile dai medici in servizio disponibili nello stesso ambito (considerando che il massimale per ogni medico è di 1500 assistiti).

Alla luce di queste considerazioni, tenuto conto che, nei territori per i quali si sono concesse le proroghe ci sono certamente medici in servizio, per lo più giovani neo-convenzionati, con in carico poche centinaia di assistiti (o anche meno), facendo anche sorgere qualche legittimo dubbio circa la correttezza del calcolo delle carenze

negli ambiti in questione (il rapporto ottimale in Campania è di 1 medico su 1300 assistiti residenti), queste delibere della ASL Napoli 3 Sud sono, oltre che illegittime, penalizzanti e mortificanti nei confronti di una generazione di medici giovani e meno giovani, che già ha dovuto patire anni di precariato e spesso di emigrazione lavorativa, a causa degli annosi ritardi nella pubblicazione degli ambiti carenti da parte di Regione Campania. 

Si deve amaramente constatare ancora una volta l’inadempienza delle aziende pubbliche operanti sui nostri territori, che sovente intraprendono azioni al limite o (come in questo caso), oltre la legalità, per tramite di alcuni dirigenti di settore regionali e locali, e che interpretando arbitrariamente le norme, ostacolano il lavoro dei medici che sono in prima linea, dimostrando nei fatti di non tutelare la salute pubblica a tutto danno dei cittadini.

 

*Medico di Assistenza Primaria – Distretto 55 Ercolano 

Coordinamento Medici senza Carriere