Matilde Demi: “La mia voglia di emergere ha fatto la differenza”

Matilde Demi: “La mia voglia di emergere ha fatto la differenza”

3 Giugno 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

16 anni, pratica le arti marziali all’Hejo Dojo da Emanuele Bozzolani a Livorno, Toscana, ha vinto un mondiale nel 2022, campionessa italiana 2 volte, un oro un argento e 2 bronzi ad una coppa Europa, 3 bronzi in una coppa del mondo ed infine ultimamente ha firmato il suo primo contratto con il team Bestfigher (team Internazionale), tutto nell’ambito della kickboxing. Non si limita alla pratica della Kickboxing (light contact,point fight,kick light) ma anche del Ju Jitsu ed MMA.

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un’atleta a 360°: Matilde Demi.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

La fase della pandemia è stato un bel colpo, avevo 13 anni quando sono stata costretta ad interrompere gli allenamenti per via del Covid. Inizialmente tutto sembrava impossibile da realizzare, ero molto scoraggiata perché non sapevo quanto sarebbe durato tutto ma poi ho cercato subìto di trovare una soluzione perché volevo a tutti i costi crescere sportivamente, per cui mi sono data da fare, ho continuato ad allenarmi a casa con mio fratello che pratica lo stesso sport, tutti i giorni ero sul tatami a combattere in giardino. È stato molto complicato avendo 13 anni, avevo paura, ma la tanta voglia di emergere non mi ha fermata.

 

 

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Nella mia specialità non è stato più possibile, essendo uno sport di contatto, allenarsi con i compagni per cui di conseguenza ognuno si è dovuto adattare ed arrangiare in base alle sue possibilità, senza condividere gli spazi del dojo con i propri compagni.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ho iniziato all’età di 9 anni, ho provato altri sport prima di arrivare al mio ma mai sono stata presa come da quest’ultimo. Ho sempre avuto un carattere più maschile ed un giorno ho deciso di provare le arti marziali che già praticava mio fratello. Non voglio dire che è stato lui o i miei genitori ad avvicinarmi a questo sport anche perché non è stato il primo che ho provato, mamma avrebbe preferito più la danza classica. Per cui lo definirei più come un amore innato che già avevo dentro.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è la cosa più importante di tutte, è alla base di ogni campione avere una grande forza di volontà. Con un fermo come la pandemia non sarei andata avanti se non l’avessi avuta e tutt’ora mi spinge ogni giorno a raggiungere degli obbiettivi.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Consiglierei di viverla in maniera più serena possibile, di dedicarci tutto il tempo che richiede, di dare tutte le attenzioni che si può dare e di impegnarsi nel raggiungere il punto più alto che vogliamo ottenere perché solo così potremmo raggiungere anche tutti gli altri obbiettivi.