Marco Giangiacomo, lo sport ti dà una felicità che niente può darti

Marco Giangiacomo, lo sport ti dà una felicità che niente può darti

21 Aprile 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla”. (Pierre de Coubertin)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido pallanuotista: Marco Giangiacomo.

Primo posto campionato Fin nella categoria U13A nati ’92-’93; Primo posto campionato di serie D; Primo posto campionato di serie C; Primo posto campionato di serie B; Ad oggi milito nel campionato di serie A2.

La fase pandemica nella sua fase più acuta sembra ormai essere alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha affrontato questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle severe misure restrittive?

La situazione è stata, ma ancora adesso, molto difficile. Lo sport per me è lavoro, passione e compagno di ogni giorno: è la mia vita ed è forse per questo motivo che sono riuscito (a fatica come tutti) a ritrovare l’energia che avevo prima del covid per poter raggiungere un nuovo equilibrio. Come già detto, lo sport è vita e mi aiuta ad affrontare questo periodo poco sereno identificandolo come un avversario contro cui gareggiare e vincere.

All’inizio è stato uno shock e la paura del contagio l’ha fatta da padrona: siamo passati dal riuscire a vedere i propri cari in qualsiasi momento a non vederli più, se non in webcam; siamo passati dal poter uscire anche solo per perder tempo ad “impazzire” dentro le mura domestiche; insomma siamo passati da un eccesso ad un altro. Ho provato un po’ di fatica ad adeguarmi alle nuove regole imposte dal governo, ma allo stesso tempo credo che queste mi abbiano aiutato ad affievolire il disagio provato in un momento storico che mai avrei pensato di attraversare.

Le restrizioni e il tentennamento del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto per quello cosi detto minore, cos’è successo in particolare nella sua specialità?

Il nostro sport è stato colpito duramente: siamo passati dal non allenarci affatto al farlo con un minutaggio minore, a ranghi ridotti, con obbligo di tamponi, senza poter disputare amichevoli e in impianti e orari diversi da quelli stabiliti ad inizio anno (è stato un salasso anche a livello economico). Nella fattispecie c’è stato un campionato che non è stato portato a termine (prima squadra e giovanili) ed un altro che si è disputato con meno partite da affrontare; solo quello di quest’anno sembra esser tornato a quello pre-pandemia, finalmente!

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Nessuno lo ha fatto, o meglio è iniziato tutto per caso: il mio istruttore di nuoto notò, durante un giorno di “giochi in acqua”, qualcosa che potesse essere d’aiuto alla squadra che c’era lì nella piscina in cui ho iniziato a nuotare e propose a me e mio padre di unirmi al gruppo pre-agonistico di pallanuoto. Da lì è iniziato tutto; da lì è iniziato il mio amore per questo sport che dura ormai da più di 18 anni.

Al di la delle doti personali e delle attitudini quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è tutto. Un mio vecchio allenatore diceva che il talento è importante, ma se non è allenato serve davvero a poco e per potersi allenare in un certo modo per arrivare ad alti livelli (che ogni agonista spera di raggiungere) serve la voglia, ogni giorno, di spingere se stessi oltre i propri limiti e di non mollare mai.

Cosa suggerirebbe ai giovani che si avvicinano alla sua specialità?

Il suggerimento è quello di cercare di capire il prima possibile se lo sport scelto è quello che più ci appassiona e se si vuole affrontare in modo agonistico. Da lì non fermarsi più: immergersi a 360 gradi e dare il 110% sempre. Lo sport agonistico, il più delle volte, ti chiede più di quello che poi ti darà indietro, ma quelle volte in cui, con pazienza e determinazione, riesci a “raccogliere quel frutto” che hai seminato e tanto hai desiderato ti eleva ad uno stato di felicità e orgoglio che poche altre attività di attivano nella vita. Non a tutti lo sport agonistico lascia in dote la coppa del mondo, ma a tutti insegna il valore del sacrificio, del gruppo, del combattere, del cadere, del rialzarsi, del non arrendersi, di come gestire l’ansia e l’adrenalina. Questo lo custodirò per sempre dentro di me.