Marco Cerreto, la coerenza come bandiera politica

Marco Cerreto, la coerenza come bandiera politica

10 Giugno 2023 Off Di Antonio Magliulo

La passione di una vita stando sempre dalla stessa parte (il che è “anomalo” considerati i tanti salti della quaglia che si vedono in giro) l’ha portata a diventare rappresentante dei cittadini al Parlamento della Repubblica italiana. Che effetto le ha fatto il raggiungimento di un obiettivo così prestigioso?

Ho fatto della coerenza una mia bandiera politica. Sono sempre stato fieramente dalla stessa parte, sempre a destra, pensando di trasferire in azioni le idee ed i valori che sono proprie della destra politica italiana. Essere diventato rappresentante dei cittadini in Parlamento da una parte mi inorgoglisce dall’altra aumenta il senso di responsabilità, perché il mio è un ruolo centrale e farò di tutto perché questo risultato possa contribuire a lasciare una traccia per migliorare la vita dei nostri concittadini e soprattutto per il bene comune che è un patrimonio importantissimo della nostra Nazione.

Il vento in poppa che ha portato al successo il centro destra nella recente competizione politica sembra continuare anche nelle recentissime amministrative. Cosa ne ricava?

È sicuramente l’effetto Meloni ma è chiaro che anche il voto delle ultime amministrative, soprattutto per quanto riguarda i capoluoghi di Regione, di Provincia e delle città più popolose hanno risentito dell’effetto Meloni che è l’effetto di un buon governo e, naturalmente, Fratelli d’Italia e tutto il centro destra ne ha beneficiato. Con altrettanta schiettezza e senza sfuggire all’autocritica aggiungo che in Campania siamo lontani dal declinare in maniera totale quest’effetto perché nella nostra Regione l’effetto del governo de Luca, intriso di un centro sinistra fortemente radicato da anni in Regione, alleato con un civismo ondivago ed orizzontale, tende a “drogare” il dibattito politico. Il centro destra dovrà impegnarsi molto affinché anche in Campania si possa arrivare ai risultati straordinari così come si sono ottenuti nel resto d’Italia.

 Lei di recente è stato co-firmatario di una interrogazione parlamentare sullo stato della trapiantologia in Campania. La risposta del sottosegretario alla salute è stata mite ma lei cosa pensa della vicenda?

Un’ interrogazione   del Capogruppo della Commissione Affari Sociali onorevole Imma Vietri che ho voluto fortemente cofirmare e dalla risposta del Sottosegretario sono ben evidenziati due punti ovvero che la Regione Campania è l’ente decisionale e che dai dati forniti non si evince la revoca dei trapianti che tendono ad essere inferiori per la scarsità dei donatori. Ad ogni modo il Ministero monitorerà con costanza la situazione che è molto delicata.

De Luca aveva promesso che la Campania, in sanità, sarebbe diventata la prima regione d’Italia. Dopo circa due mandati del governatore salernitano siamo ultimi in relazione al più importante degli indicatori, quello dei livelli essenziali di assistenza.

La Campania necessita di una riorganizzazione radicale, a partire dalla sanità. Il commissariamento è cessato da anni, il blocco del turnover pure, ma i problemi sono sempre gli stessi. Migrazione massica di pazienti e di personale, un sistema pubblico succube di una sanità privata sempre più forte. È giunto il momento di riconquistare la centralità del sistema pubblico, dei territori e dei servizi di prossimità.”

L’autonomia sanitaria delle regioni ha prodotto disomogeneità nel Paese nell’erogazione di un servizio essenziale. Qual è quello della tutela della salute dei cittadini? Le nuove proposte leghiste di ulteriore autonomia non rischiano di spaccare il Paese, allargando la forbice fra ricchi e poveri?

“Sebbene il regionalismo differenziato sia parte del nostro ordinamento giuridico e la sanità sia di appannaggio delle regioni sotto il profilo organizzativo, l’attuazione della maggiore autonomia legislativa potrà aversi solo dopo aver eliso le numerose disuguaglianze che caratterizzano i sistemi sanitari regionali. In primis il riallineamento delle quota Capitaria e la Rimodulazione del fenomeno Migratorio che per il 49 % è di natura “patologica” come dalla stessa Agenas accertato.