Malasanità: la denuncia finisce in procura

Malasanità: la denuncia finisce in procura

23 Novembre 2019 0 Di Gaetano Milone

La somministrazione della terapia chemioterapica del malato oncologico rappresenta un atto d’ufficio da compiere senza ritardo per ragioni di sanità e di salute.

Dopo il “chiuso per ferie, ritorni il mese prossimo” dell’estate scorsa al “se non si trova bene in questo ospedale vada a farsi curare altrove!”. Una serie vergognosa di vessazioni contro una signora ammalata di “carcinoma duttale infiltrante avanzato della mammella dx con metastasi”, rea di proteste contro i trattamenti per niente professionali a lei riservati dopo la ripetuta segnalazione di “disservizi” nel reparto di Oncologia dell’Ospedale “Tortora” di Pagani diretto dal dottor Giuseppe Grimaldi.

“Giovedì scorso, per praticare la prima seduta di trattamento chemioterapico settimo ciclo – scrive in un accorato e drammatico messaggio inviato al nostro giornale la signora A. S. – ho atteso solo 2 ore e 15 minuti per essere visitata dalla specialista oncologa, (l’appuntamento per DH Oncologico era stato preso il 7 novembre 2019)”. Eppure in data 30 settembre 2019 la coraggiosa signora tramite il suo avvocato a cui si era rivolta per vedere rispettati i suoi diritti di malata, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario Penale di Nocera Inferiore, un esposto denuncia in cui elencava, dettagliatamente, i vari passaggi della sua drammatica vicenda.

“Dopo essere stata presa in carico dal Gruppo Oncologico Disciplinare e ammessa a sei cicli di cura chemioterapica con una seduta settimanale ripetuta per tre volte con una settimana di riposo, nel corso del  Terzo ciclo, dopo aver effettuata la prima seduta il 18 luglio 2019, sono stata contattata in data 24-07-2019 da una signora che si qualificava volontaria dell’Uoc di oncologia per avvertirmi, su incarico del direttore Grimaldi, che la seconda seduta di chemio prevista per il giorno 25 luglio era stata soppressa per mancanza di personale. In data 25 tramite Facebook scopro che un paziente, anch’esso in trattamento chemioterapico nella stessa Uoc di Pagani, si faceva fotografare con tutto il personale del Day Hospital nella stessa giornata dopo l’avvenuta somministrazione di chemioterapia negata a me”.

“A seguito di mia richiesta di chiarimento il dottor Grimaldi mi comunicava di aver soppresso la seconda seduta del terzo ciclo perché a suo parere vi erano da effettuare non meglio precisate altre terapie chemioterapiche”. Successivamente come un fiume in piena la signora A.S. descrive con dovizia di particolari il decorso della sua patologia, con criticità quali il rigetto del Picc (catetere installato nell’avambraccio sinistro per la somministrazione dei farmaci), all’installazione del Port. “All’indomani – dopo una notte insonne –  recatami all’accettazione dell’Uoc di oncologia, per la visita preliminare dell’inizio della prima seduta del quinto ciclo alle 12.00 venivo chiamata dal dottor Grimaldi che mi comunicava che ero fuori orario riformulando nuove date”. “Contattato il direttore sanitario aziendale, Ferdinando Primiano, mi veniva consigliato di rivolgermi al direttore sanitario del Dea di I livello dell’Ospedale di Nocera, Pagani, Scafati, il dottor Alfonso Giordano che, dopo avermi ascoltato, ha affermato: Signora se non si trova bene in questo ospedale può andare a farsi curare altrove!”.

L’esposto termina con tutte le violazioni di legge da quella di istituzione della Rete Oncologica Campana, che prevede “l’eliminazione della migrazione sanitaria”, alla discriminazione nei confronti di persone con disabilità all’articolo 328 del codice penale “in quanto la somministrazione della terapia chemioterapica del malato oncologico rappresenta un atto d’ufficio da compiere senza ritardo per ragioni di sanità e di salute. Governatore De Luca, se ci sei batti un colpo”.