Luca Rango, lavorando con impegno si può tutto
10 Settembre 2024Luca Rango, 28 anni, laurea in Scienze Motorie e Sportive, Patentino Uefa B, continua nel Latina Calcio a 5. Alle sue cure sono affidati “Primi Calci” e “Piccoli Amici”.
Nel mondo del Futsal lei è chiamato a lavorare con i giovani. È facile trasmettere l’amore per questo sport alle giovani generazioni?
Lavorando con impegno e dedizione si può tutto, soprattutto quando parliamo di ragazzi con tanta voglia di apprendere e di appassionarsi ancor di più al Futsal. La passione per lo sport, in generale, deve essere coltivata giorno per giorno ed il processo di inserimento del ragazzo all’interno di un ambiente sano e costruttivo dal punto di vista tecnico, tattico ed umano, può agevolare il tutto.
I detrattori di questo sport sostengono che le sollecitazioni muscolari cui vanno soggetti gli atleti possono creare problemi sul piano della tenuta fisica. Il discorso non è peregrino. Come ci si difende da questo rischio?
In ogni sport ci sono dei piccoli imprevisti comunemente chiamati infortuni. La vita di uno sportivo non è solo dentro il campo ma è anche fuori. Uno stile di vita sano ed una corretta alimentazione, uniti ad un costante allenamento, aiuta nelle prestazioni e soprattutto nel recupero dallo stress fisico. sia post allenamento che post gara. La prevenzione e la preparazione sono momenti fondamentali per un atleta, professionista e non-professionista, ma il tutto dipende da alcuni fattori che spesso vengono sottovalutati, ma sono di vitale importanza: famiglia ed abitudini personali. Dico questo perché se alla base della crescita dell’atleta ci sono una buona educazione e delle buone consuetudini sportive il processo di cui abbiamo parlato fin ora risulterà più facile.
Una sana alimentazione è alla base di qualsiasi stile di vita salutista. Questo è ancora più vero nel mondo dello Sport?
Come già detto in precedenza avere una buona educazione alimentare influisce sia sulla tenuta fisica che sulla salute, sicuramente per chi vuole praticare sport a livelli agonistici quest’aspetto deve essere alla base della sua quotidianità.
Ci parli dell’esperienza sportiva che ricorda con maggior soddisfazione.
Non posso non ricordare l’esordio in seria A di Futsal con la maglia del Latina, la squadra della mia città. Ogni bambino quando inizia a muovere i suoi primi passi nel calcio sogna di vivere un momento del genere ed io ringrazio Dio per averlo vissuto. Ringrazio, inoltre, tutte le persone che mi hanno dato questa possibilità e li vorrei menzionare: Francesco D’Ario, il presidente Gianluca La Starza, il direttore Cristiano Marteddu ed infine il team manager Carlo Corcione. Con loro anche gli allenatori Lorenzo Nitti, Piero Basile e Luigi Bernardo. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il loro ausilio. Ho trascorso momenti bellissimi, ho condiviso esperienze e imparato tanto da giocatori di un livello superiore e seppur qualcuno, al di fuori del campo, qualche parola di troppo l’ha detta, questo sicuramente non ha influenzato il mio percorso di crescita. Se ci penso ho tutt’ora i brividi ed è un percorso di crescita che porterò sempre con me perché è stata un’esperienza formativa e, in particolar modo, il bagaglio culturale e sportivo racchiuso in quel periodo ancora mi ritorna utile oggi quando gioco e quando alleno.
È più facile scendere in campo come giocatore o come allenatore?
Bella domanda! Sono due ruoli completamente diversi e quest’anno per me sarà la prima esperienza da player manager. Scendere in campo e dare il massimo per la squadra è un compito difficilissimo soprattutto perché ti alleni duramente durante la settimane per non deludere i compagni ed il mister. Allo stesso modo, scendere in campo come allenatore richiede molta concentrazione perché devi saper tirare fuori il meglio dai tuoi giocatori nei momenti chiave della partita o nelle situazioni dove serve più concentrazione perché la squadra è in difficoltà. In entrambi i ruoli il professionismo e la dedizione sono la base di un buon successo.