Luca Fatiga, ho fatto della mia passione il mio lavoro

Luca Fatiga, ho fatto della mia passione il mio lavoro

30 Aprile 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

La scelta di Valentina Vezzali come Sottosegretario allo Sport rappresenta l’ultima speranza di noi italiani sani, fermamente convinti che l’attività fisica guidata possa rappresentare un valido contrasto ad ogni patologia, Covid-19 compreso.

Confidiamo quindi che questa eminente rappresentante dello Sport convinca il CTS ed il Governo a riaprire in sicurezza, con entrate contingentate palestre, piscine e centri sportivi. La patente vaccinale e le misure di profilassi potrebbero sicuramente, oltre che evitare il contagio, favorire l’espressione fisica di molti giovani e di molti adulti sedentari con patologie croniche.

Parliamo di questo con un valente sportivo, Luca Fatiga, nato a Roma il 5/7/1988. Laureato in scienze motorie, Allenatore di calcio qualificato Uefa B e Uefa C ed Istruttore di allenamento funzionale.

Co-Fondatore di Corner Training, associazione che si occupa di fitness e preparazione atletica di atleti professionisti e dilettanti, principalmente calciatori. 

Come ha vissuto e vive Luca Fatiga la paura del contagio e la sofferenza legata alle inevitabili indispensabili misure restrittive?

Inizio con il dire che la più grande sofferenza è legata alla convivenza con tutte le misure restrittive. Questo vale sia per la vita personale che per gli aspetti professionali: è difficile vivere vedendo poco o nulla amici o parenti stretti, al fine di limitare rischi di contagio. Così come è difficile convivere con le mascherine, che mascherano le espressioni facciali, aspetto che ci permette di creare forti legami empatici nello sport. Sono misure necessarie, quindi per ora vanno accettate, ma creano indiscutibilmente una sofferenza.

Il mio percorso da allenatore di calcio, come quello di tanti miei colleghi, al momento è arrestato perché i campionati si sono praticamente fermati nell’ultimo anno. Crea sofferenza la mancanza dello spogliatoio e del campo. Anche se per fortuna il mio lavoro di personal trainer mi permette di allenare quotidianamente tantissime persone.

Per quanto riguarda la paura, posso solamente dire che cerco di esser fatalista, credo che rispettando tutte le indicazioni che ci vengono fornite i rischi di contagio si riducono di molto, quindi cerco di attenermi a queste al fine di tutelarmi e tutelare la mia famiglia ed i miei atleti.

Quanto danno hanno arrecato, secondo Lei, la pandemia e la confusa gestione politica al settore di cui fa parte?

La pandemia ha sicuramente colpito ogni settore economico del Paese, sarebbe stato impensabile che lo sport restasse fuori da questo discorso. La gestione politica si dimostra ogni giorno inadatta riguardo lo sport. È un malcostume tipico del nostro Paese quello di considerare l’attività sportiva come ludica, come se poi questo fosse un male, quindi superflua, e di non capire i benefici che può portare alla salute la pratica regolare di sport. Alcune misure sono risultate indispensabili, ma mi chiedo perché privare le persone dello sport anche in zona rossa, quando questo potrebbe essere fondamentale non solo dal punto di vista della prevenzione di patologie, ma anche per tutelare la condizione mentale delle persone, che è messa a dura prova. Aggiungo anche che non sono mai state prese in considerazione le esigenze di bambini e ragazzi, costretti alla DAD ed alla pratica stravolta di sport nei quali il contatto era all’ordine del giorno. Quale supporto è stato fornito a questi ragazzi? Quale supporto viene fornito, in pratica, a chi dovrebbe far sport per problemi che evidentemente sono stati considerati secondari? Credo che i nostri vertici governativi, insieme al CTS, abbiano fatto molte considerazioni superficiali inerenti al settore sportivo.

La vita è sempre degna di essere vissuta e lo sport dà possibilità incredibili per migliorare il proprio quotidiano e ritrovare motivazioni. Alex Zanardi. Cosa rappresentano per Lei lo Sport e l’attività fisica?

Chiaramente per me lo sport è vita. Ha caratterizzato la mia esistenza da quando sono nato, nella mia famiglia hanno sempre praticato tutti sport, sono cresciuto insieme a mia sorella tra campi sportivi e palestre. Ho fatto della mia passione il mio lavoro, lo porto avanti con amore e dedizione ogni giorno.