Long-COVID, la presenza di un rallentamento cognitivo è il sintomo chiave per la diagnosi

Long-COVID, la presenza di un rallentamento cognitivo è il sintomo chiave per la diagnosi

31 Dicembre 2023 Off Di La Redazione

Uno studio pubblicato su MedRxiv riporta un significativo rallentamento cognitivo nelle persone con sindrome da long-COVID lungo (post-COVID conditions, PCC) che li distingue dai coetanei che in precedenza avevano avuto un’infezione da COVID-19 sintomatica ma senza long-COVID.

«Molti sopravvissuti alla fase acuta del COVID -19 non si sono mai ripresi completamente, mostrando i sintomi del cosiddetto long-COVID che includono affaticamento, ridotta resistenza, ridotta efficienza cognitiva ed effetti sulla salute mentale, come ansia e depressione» afferma la prima firmataria dell’articolo Sijia Zhao del Dipartimento di psicologia sperimentale all’Università di Oxford , Regno Unito, aggiungendo che i deficit cognitivi, frequenti nei pazienti con PCC, ne influenzano la flessibilità cognitiva, l’attenzione e la memoria, correlandosi con uno spessore corticale ridotto. «Il termine di “nebbia cerebrale” descrive questi sintomi, ma manca una solida firma cognitiva che distingua il PCC da altri casi post-infezione» spiega la ricercatrice, che assieme ai colleghi ha ipotizzato che un sintomo chiave per riconoscere le persone con PCC potesse essere un rallentamento cognitivo generalizzato. Allo studio su MedRxiv che, va detto, pubblica rapporti scientifici preliminari non ancora sottoposti a revisione paritaria e quindi da non considerarsi conclusivi, hanno preso parte 270 pazienti con diagnosi di PCC provenienti da due cliniche nel Regno Unito e in Germania. Due test cognitivi online, il tempo di reazione semplice (SRT) e il test di vigilanza numerica (NVT), sono stati impiegati per valutare il rallentamento cognitivo dei pazienti con PCC, confrontando i risultati con due gruppi di controllo: individui che avevano avuto una precedente infezione da COVID-19 senza successivo PCC (gruppo No-PCC) e quelli che non avevano mai avuto COVID-19 sintomatico (gruppo No-COVID).

E dai dati raccolti emerge che nel test SRT il tempo di reazione medio (RT) dei controlli sani (No-COVID e No-PCC) è stato di 0,34 secondi, inferiore in modo significativo al RT medio dei pazienti PCC (0,49 secondi). Non solo: nei pazienti con PCC i risultati del test NVT hanno evidenziato un rallentamento e una minore vigilanza agli stimoli visivi. Commenta Zhao: «Questi dati dimostrano per la prima volta che il rallentamento cognitivo può essere la firma cognitiva del long-COVID, aprendo la strada a ulteriori ricerche per comprenderne i meccanismi sottostanti».

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/59206/long-covid-la-presenza-di-un-rallentamento-cognitivo-e-il-sintomo-chiave-per-la-diagnosi