Lea, dopo una breve pausa ancora commissariamento?
1 Luglio 2019La Campania è a posto per il 2020. Ma le proiezioni, effettuate dai ministeri della Salute e dell’Economia, ci rimettono nuovamente nella fascia nera a partire dal 2021.
Un soffio e siamo a luglio. Nel cuore dell’estate il governatore De Luca aspetta il disco verde dal governo e dai ministeri della Salute e dell’Economia con l’eliminazione del commissariamento che da troppi anni condanna la nostra sanità. Siamo con Ospedali e Distretti – almeno formalmente – a corto di personale perché con il blocco del turn over che è conseguenza del commissariamento la Campania si ritrova con 13.500 dipendenti in meno. Mancano all’appello medici, paramedici e dipendenti amministrativi. Tutto dipende dai Lea, i livelli essenziali di assistenza, che quest’anno ci vedono in risalita perché abbiamo superato il “muro” di 160 arrivando a un discreto 163: siamo oltre la bacchetta che impone il commissariamento. De Luca dai vari microfoni ha provato a fare la voce grossa minacciando ogni genere di azioni legali se governo e ministeri decidessero di tenere ancora la Campania sotto scacco del commissariamento. È probabile, anzi è quasi certo, che presto riacquisteremo la possibilità di governare autonomamente e in piena libertà la sanità della Campania.
Per quanto tempo? Sicuramente per il 2020. Ma c’è il rischio che dal 2021 ci potremmo essere nuovamente commissariati. Come mai? Nel mese di marzo Enrico Coscioni, il cardiochirurgo salernitano che dà indicazioni al governatore De Luca sulla sanità, ha rappresentato la Campania durante il vertice Stato – Regioni. In quella sede è stato dato il via libera ai nuovi Lea. Dal 2005 esiste un comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, un gruppo di lavoro con amministratori centrali e regionali, enti di ricerca, l’Agenas e una serie di esperti.
Ogni anno entro il 31 dicembre il calcolo degli indicatori e le conseguenti valutazioni sono pubblicizzati dalla direzione del ministero della Salute con una relazione sul portale informatico che da gennaio del 2019 si chiama Nsis, nuovo sistema informativo del ministero della Salute.
La Campania è a posto per il 2020. Ma le proiezioni – valide solo come orientamento, come avviene molto spesso per le proiezioni politiche – effettuate dai ministeri della Salute e dell’Economia ci rimettono nuovamente nella fascia nera a partire dal 2021 perché i Lea vengono valutati prendendo in considerazione tre fasce di assistenza, come da tabelle allegate.
La prima riguarda le prevenzione collettiva e la sanità pubblica con sei indicatori;
la seconda l’assistenza distrettuale con otto indicatori;
la terza l’assistenza ospedaliera con sette indicatori.
Secondo le proiezioni contenute nel decreto dei ministeri della Salute e dell’Economia la Campania rischia di trovarsi fuori gioco anche se alcune aziende sanitarie come la Napoli 1 già lavorano per migliorare gli screening preventivi per la cervice uterina, la mammella e il colon retto. I punti assegnati a ogni Regione vanno da zero a cento nella <visione d’insieme>, la tabella generale delle proiezioni la Campania è penultima in graduatoria perché non garantisce i Lea: le fanno compagnia la Valle D’Aosta, Bolzano e la Sardegna. Se quest’anno recuperiamo la libertà organizzativa la nostra potrebbe essere una vittoria beffa perché, con i nuovi indicatori dei Lea, rischiamo di ritrovarci nel 2021 con un commissariamento bis.