Lea, ad un soffio dalla sufficienza ma non basta

Lea, ad un soffio dalla sufficienza ma non basta

12 Gennaio 2019 0 Di Antonio Magliulo

Il recupero c’è stato, questo è indiscutibile. La soglia della sufficienza è lì, ad appena una spanna, ma ancora non ci siamo. I circa ventinove punti recuperati non sono sufficienti ad accendere il semaforo verde.

Giulia Grillo – Ministro della salute

La Campania ha quasi centrato l’obiettivo dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). C’è, però, un quasi di troppo ed è legato a quei 153 punti totalizzati che non bastano a raggiungere il punteggio minimo dell’apposita griglia fissata a quota 160.

Quasi trenta punti recuperati, rispetto all’anno precedente, sono un buon risultato ma non sono sufficienti a tirare la sanità regionale fuori dalle secche delle ultime posizioni, laddove naviga, penultima, con qualche punticino in più rispetto alla Calabria che, oltretutto, ha peggiorato la classifica, rispetto all’anno 2017, scendendo a quota 136.

A livello nazionale, per la verità, sotto la soglia minima dei 160 punti, insieme a Campania e Calabria, ci sono anche Valle d’Aosta, Sardegna, e la Provincia Autonoma di Bolzano.

Le regioni “nordiche”, però, sono escluse dai piani di rientro e dalle misure di commissariamento per cui non solo conservano i migliori finanziamenti pro capite (500 euro di differenza fra un assistito di Bolzano ed un campano) ma si assicurano anche il diritto alla quota premiante, del 3% in più, riservata a chi è in gestione ordinaria.

I trentatré indicatori della Griglia Lea sono ripartiti tra l’attività di prevenzione collettiva e sanità pubblica, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera erogate dalle Regioni. In questo ambito è maturato il mancato raggiungimento della sufficienza da parte della Campania. Queste le note dolenti: assistenza domiciliare; hospice; assistenza disabili; organizzazione dell’assistenza territoriale; interazione ed integrazione dei medici e pediatri di libera scelta; Unità di cure complesse (Uccp) primarie, da istituire anche in strutture ospedaliere dismesse, che rappresentano un modello di organizzazione teso ad assicurare un filtro intermedio tra sanità ospedaliera e territoriale.

Dalla mancata o carente organizzazione di questi modelli la non sufficienza della Regione Campania, per cui il Ministero della Salute: “Pur evidenziando la positività dello sforzo sostenuto, ha ritenuto di non poter considerare sufficiente il percorso avviato”.