L’alimentazione  vincente, la scoperta dei Polifenoli nello sport

L’alimentazione vincente, la scoperta dei Polifenoli nello sport

2 Aprile 2022 0 Di Rossella Barsali & Simona Barricelli

Il medico del futuro non prescriverà medicine, invece motiverà i suoi pazienti a prendersi cura del proprio corpo, alla corretta alimentazione, ed alla causa e prevenzione della malattia.” (Thomas Alva Edison)

Garantire un corretto apporto energetico, promuovere lo sviluppo,  la riparazione tissutale e le funzioni immunitarie sono gli obiettivi basilari della nutrizione di uno sportivo, da seguire giorno per giorno, per ottenere il massimo dalle proprie prestazioni atletiche. L’utilizzo di nutraceutici (sostanze di natura vegetale con azioni farmacologiche) ottimizzano la salute fisica e mentale, senza danneggiare tessuti ed organi nel breve e nel lungo periodo.

Flavonoidi, stilbeni, lignani, acidi fenolici sono solo alcuni tra i numerosi appartenenti ad una classe eterogenea di composti organici con unità strutturali fenoliche, sintetizzati dalle piante e presenti in natura in un’ampia gamma di alimenti: sono conosciuti come polifenoli, e sono il toccasana dello sportivo (e non).

Sfatiamo la fastidiosa narrazione, che recita: “La prima regola dell’alimentazione sembra essere: se il sapore è buono, ti fa male”.

I polifenoli, in particolare i flavonoidi, abitano cacao, basilico, sedano, pomodori, cipolle, mirtilli, albicocche, frutti di bosco, melanzane, ciliegie, prugne, agrumi, tè nero o verde. E va ancora meglio con gli stilbeni, come il resveratrolo, presente nel vino rosso e nell’uva. I semi di lino sono ricchi di lignani, nell’olio d’oliva, caffè e foglie di tè abbondano invece gli acidi fenolici. Anche frutta a guscio, come nocciole, noci, mandorle, e legumi, in particolare soia, hanno un alto contenuto di polifenoli.

Ma vediamo quali effetti benefici esercitano sulla salute umana e nella performance sportiva. I polifenoli possono influenzare positivamente la salute agendo su diverse condizioni umane come malattie croniche, invecchiamento e immunità. In alcuni studi come quello portato avanti da Brisdelli et al., 2009, è stato provato che i polifenoli hanno effetti antiossidanti sul corpo umano; infatti, neutralizzano i radicali liberi che possono contribuire al danneggiamento cellulare e all’aumento del rischio di cancro, diabete e malattie cardiache. Si ritiene possano ridurre gli stati infiammatori ritenuti alla base della patogenicità di alcune malattie croniche. Inoltre, per il loro effetto antidiabetico, possono aiutare nel controllo della glicemia ed essere utili ad atleti che seguono diete ipercaloriche come nel bodybuilding, dove si può correre il rischio di una riduzione della sensibilità all’insulina fino allo sviluppo di insulino-resistenza (Sorrenti et al., 2020).

Interessante è la valutazione in campo agonistico, dove le prestazioni sfiorano spesso le capacità umane, soprattutto per gli atleti che si avvicinano al limite di ciò che è fisicamente raggiungibile. Ed è dimostrato che l’uso ragionato di nutraceutici,  in particolare di polifenoli, come approccio dietetico personalizzato, possa migliorare le prestazioni sportive. È stato evidenziato che polifenoli selezionati, come quercetina, curcumina e resveratrolo modulano la funzione muscolare, la biogenesi mitocondriale e i geni coinvolti nel metabolismo lipidico e nella fosforilazione ossidativa (Somerville et al.,2017, revisione in Sport Med.).

Conseguentemente, alterando l’attività e/o numero di mitocondri è plausibile che si verificherà un adattamento positivo all’esercizio (RayHamidie et al., 2015), per aumentata ossigenazione cellulare.

Pertanto, i ricercatori ipotizzano che questo potrebbe essere un potenziale meccanismo per il beneficio delle prestazioni.

Inoltre, questi stessi polifenoli aumentano la sintesi endoteliale dell’ossido nitrico (Brisdelli et al. 2009; Dolinsky & Dyck, 2011; Rimbaud et al. 2011) prevenendo la disfunzione endoteliale, inducendo la vasodilatazione e regolando la pressione sanguigna.

Pertanto, negli sport in cui la velocità del flusso sanguigno e la gittata cardiaca massima sono importanti determinanti di prestazioni cardiovascolari, agendo sulla funzione endoteliale, i polifenoli potrebbero garantire un vantaggio. L’aumento di ossido nitrico migliora anche il flusso ematico e l’apporto di ossigeno e altri substrati ai muscoli che lavorano durante l’esercizio, di conseguenza aumenta la resistenza e il massimo consumo di ossigeno con conseguente incremento delle componenti aerobiche nell’allenamento. I polifenoli alimentari ottimizzano il metabolismo del glucosio e dei grassi favorendo un utilizzo più efficace a scopo energetico durante l’esercizio. Infine, esercitano un miglioramento dell’efficienza di conduzione dell’impulso nervoso e di conseguenza la reattività dell’atleta agli stimoli, con incremento della capacità di performance.

Nel complesso l’integrazione di polifenoli promuove le prestazioni atletiche attraverso:

–          Il miglioramento delle funzioni cardio-metaboliche;

–          La riduzione di tempi di recupero e del dolore muscolare post-esercizio;

–          Il rallentamento dell’insorgenza di fatica muscolare;

–          Il mantenimento di un basso grado di stress ossidativo e riduzione di processi infiammatori;

In questo modo è possibile ritornare all’allenamento successivo più velocemente mantenendo la qualità della prestazione fisica. La quercetina ha dimostrato in uno studio effettuato su atleti amatoriali di triathlon pubblicato dalla rivista Minerva Medica (Riva et al., 2018) di:

  • Aumentare le prestazioni atletiche e il dispendio energetico;
  • Aumentare le prestazioni fisiche e mentali;
  • Ridurre il dolore muscolare post-esercizio, il dolore localizzato, lo stress ossidativo, i crampi e il tempo di recupero post-esercizio.
  • Una notevole ed accertata attività antiinfiammatoria

 In conclusione, possiamo definire i polifenoli potenziali candidati per l’integrazione in ambito sportivo?

 Sono in corso ulteriori studi che indagano sulla loro efficacia riguardo la presenza di differenze nel miglioramento delle prestazioni in base alla durata e modalità di esercizio, sulle dosi ottimali ad ottenere un incremento delle capacità atletiche e, infine, sulla migliore formulazione che aumenti la loro bassa biodisponibilità, che tutt’oggi potrebbe costituire un problema. Ma le vie della farmaceutica sono infinite…