La Vespa Velutina, originaria dell’Asia, è arrivata in Italia

La Vespa Velutina, originaria dell’Asia, è arrivata in Italia

18 Settembre 2021 0 Di Claudio d'Esposito *

Il calabrone asiatico (Vespa velutina Lepeletier), detto anche calabrone dalle zampe gialle, è un imenottero della famiglia Vespidae, originario del sud-est asiatico. Negli anni recenti, la prima registrazione è del 2005, la sottospecie nigrithorax è stata accidentalmente introdotta a sud della Francia e da lì si è diffusa in Spagna, Portogallo, Belgio e in Italia.

La velutina stravolge gli ecosistemi in cui penetra e ha fatto scattare l’allarme in diverse regioni italiane, ecco perché ricercatori e apicoltori stanno elaborando una strategia per contenere questo insetto alieno. Perché si è guadagnata il soprannome di killer è presto detto: attacca le api in volo per sventrarle e mangiarne il polline. La nuova specie di imenottero, i cui esemplari misurano circa tre centimetri e volano a 40 chilometri orari di velocità, è stata individuata al momento in Abruzzo, Toscana, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna.

Dato che la regina in rari casi può avvicinarsi alle dimensioni di 35 mm, talvolta la presenza della Velutina in Europa viene erroneamente segnalata come Vespa mandarinia, ben più aggressiva, cosa che però non ha riscontri documentati. La confusione viene accresciuta dalla definizione stessa di calabrone asiatico, che richiama l’area di origine comune con la vespa mandarinia.

La sottospecie V.v. nigrithorax presente in Italia è lunga circa 30 mm e riconoscibile per il corpo scuro e la linea gialla che taglia il suo addome, al cui interno è presente un triangolino nero. Simile al comune calabrone europeo (Vespa crabro), se ne differenzia per le dimensioni minori e per il colore: l’europeo infatti presenta una colorazione più chiara e alcuni tratti rossi.

Come i comuni vespidi diffusi in Europa è dotata di un pungiglione e presenta un comportamento discretamente aggressivo nei confronti dell’uomo. A pungere sono solo le femmine, operaie e regine, i maschi non hanno il pungiglione. Tuttavia la sua pericolosità, per gli uomini e i mammiferi, e anche l’aggressività è pari a quella delle altre vespe europee. In particolare la Velutina non può considerarsi più pericolosa del calabrone europeo che in virtù della maggior mole ha semmai più veleno. È sempre la confusione con la Mandarinia a creare i maggiori timori in tal senso.

Ma se non è più pericolosa di altre vespe per l’uomo lo è invece per le api, suo alimento preferito! È  proprio in Europa che questo imenottero riesce a minare seriamente l’esistenza di intere comunità apiarie. Le specie apiarie del sud-est asiatico hanno invece adottato dei comportamenti validi per combattere questo predatore che non sono ancora noti alle api europee.

Il rischio è che dovremo conviverci a lungo visto che non è semplice fermare insetti di questo tipo, perché non bastano le trappole ma serve la tecnologia, chip da inserire negli insetti per tracciarne gli spostamenti e individuare gli alveari. 

COME RICONOSCERLA:

La Vespa velutina è caratterizzata da un torace di colore bruno molto scuro, tendente al nero. I primi tre tergiti (le “strisce” della vespe) addominali sono di colore bruno scuro con il margine posteriore di colore giallo o giallo-rossastro, il quarto tergite è quasi interamente di colore giallo-rossastro, con l’estremità dell’addome bruno-rossastra. Le zampe sono scure, tranne le estremità di colore giallo, da cui il nome volgare Calabrone a zampe gialle.

 L’importanza delle vespe

Ma non bisogna demonizzare le vespe in generale e va ricordato il loro ruolo ecologico spesso sottovalutato: mangiando altri insetti, come afidi e bruchi, contribuiscono alla salute delle piante. Le vespe potrebbero addirittura diventare un metodo di controllo ambientale a basso costo e a impatto zero: ci sono specie che si specializzano su un singolo insetto dannoso, altre più generaliste, e tutte potrebbero venire usate come “animali da guardia”. A loro volta le vespe sono importanti per la sopravvivenza di specie come le rondini e i falchi, che abitualmente si nutrono di imenotteri.

Le vespe sono anche impollinatrici, tanto quanto le api, essenziali per circa un migliaio di specie vegetali diverse. Tra queste almeno 164 dipendono esclusivamente dalle vespe: come alcune orchidee che hanno sviluppato un aspetto che le fa assomigliare al dorso di una vespa femmina, utile ad attirare i maschi e farsi quindi impollinare.

Ma ci sono anche due motivi meno noti per cui le vespe sono fondamentali per noi umani: il primo è che sono una fonte di sostanze chimiche (in particolare il loro veleno e la loro saliva) che si possono utilizzare in medicina; il secondo è che in alcune zone del mondo le loro larve sono una fonte di cibo per noi esseri umani. Altro che insetti cattivi che pensano solo a pungere!

Nel sottolineare il ruolo fondamentale nell’agricoltura di tutti gli insetti impollinatori il WWF invita a firmare (entro fine settembre 2021) la petizione Europea per ottenere il bando dei pesticidi in agricoltura:

https://www.savebeesandfarmers.eu/ita?fbclid=IwAR2cXA5DOj0FIgrXLB8b2xEQ8RSRDurd6LlzWYdrrPY9p51KqMewzVAkTq4

*Presidente WWF “Terre del Tirreno”