La tragedia della guerra per tutti i bambini dell mondo

La tragedia della guerra per tutti i bambini dell mondo

13 Agosto 2025 Off Di La Redazione

A Castel Volturno le storie dell’orrore dei ragazzi ucraini.

Dall’ANSA , è bene ha fatto, il rilancio di una notizia che parla di sofferenze atroci patite anche da bambini non palestinesi. Per carità, nessuno intende sminuire, e del resto come si potrebbe, l’inferno che stanno vivendo i piccoli che “vivono” (muoiono) a Gaza ma è lo stesso inferno che vivono o hanno vissuto i bimbi curdi, i siriani, i bimbi soldati dell’ Africa….Eppure di questi pochi o nessuno parla. Nessun corteo.

Esistono per caso martiri bambini di serie A e martiri bambini di serie B…….

Ma torniamo ai piccoli ucraini. C’è chi ha i genitori prigionieri o uccisi o che ha visto il papà perdere una gamba in guerra, ed è stato costretto ad arruolarsi nelle fila del nemico, chi ha conosciuto l’orrore del carcere, delle tortura e degli abusi sessuali; volti e corpi ancora segnati, e occhi che vorrebbero cancellare il dolore vissuto ma nei quali inizia a farsi largo un barlume di speranza. 

Hanno storie tragiche i ragazzi ucraini – 42 adolescenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni, due bimbi di nove anni più nove accompagnatori – arrivati al Centro Fernandes di Castel Volturno il primo agosto, dopo un viaggio in pullman organizzato dalla Caritas e dalla Cei, che ha sottratto questi ragazzi all’orrore e ai disagi dell’occupazione; tutti hanno infatti in comune la circostanza di vivere in quelle regioni dell’Ucraina orientale che da quasi tre anni sono occupate dalle truppe russe, essere dunque stranieri in casa propria.

Uno di loro, di appena 16 anni, dopo che il padre ha perso una gamba in combattimento, è stato costretto dai russi ad arruolarsi nel loro esercito; è stato poi liberato, ed oggi al cardinale Zuppi ha consegnato una mostrina che era sulla divisa.

Altra storia terribile è quella di Ludmilla, accompagnatrice dei ragazzi, detenuta nelle per tre anni nelle carceri russe, dove ha conosciuto la torture, le violenze sessuali, ma dopo la liberazione ha avuto ancora la forza e il coraggio di continuare a costruire ponti per la pace, stando vicino ai più giovani.

Tutti i ragazzi ucraini oggi indossavano la maglia con la scritta “kids at home” (“i ragazzi tornino a casa”), e a Zuppi hanno donato delle bandiere con la stessa scritta, che vale anche per i bimbi di Gaza. Padre Marian Lemchuk, sacerdote della Chiesa cattolica ucraina da quattro anni in Italia – presta servizio a Capua – sta seguendo i ragazzi in questo loro primo viaggio in Italia. “Hanno storie terribile alle spalle – dice – hanno conosciuto tanta sofferenza, perciò essere qui per loro è qualcosa di inimmaginabile fino a poco tempo fa”. Andriy Pasternak, Rappresentante dell’Ucraina, si commuove quando dice che “è così bello vedere i nostri giovani ragazzi vivere una vita normale”. Si commuove anche il direttore del Fernandes Casale; “siete voi – dice rivolgendosi ai ragazzi ucraini – ad averci donato gioia e speranza”, mentre Suor Paola Germanò, direttrice della Caritas di Capua, racconta di aver accettato subito la richiesta di accoglienza dei ragazzi ucraini. “Avevo un debito con loro. Tre anni fa stavo quasi per morire, e quando stavo per riprendermi scoppiò la guerra in Ucraina. Mi sentii quasi in colpa, che io stavo bene e loro in Ucraina soffrivano”.