La politica ai tempi del Coronavirus

La politica ai tempi del Coronavirus

28 Febbraio 2020 0 Di Antonio Magliulo

L’inadeguatezza delle classi dirigenti non è un problema solo italiano ma internazionale. È bastato un’emergenza epidemica per mettere a nudo le pecche di chi comanda il mondo.

 

La classe politica italiana è quella che è: inguardabile. E qui, pur con le dovute eccezioni che sempre esistono, non si può fare differenzatra Destra, Sinistra, maggioranza ed opposizione, sono tutti accomunati da un malinconico destino: non sono all’altezza della situazione emergenziale, seppur non gravissima, che si è venuta a creare con l’epidemia virale. Figurarsi se posti di fronte a situazioni un po’ più complesse. Del resto, se quello che va bussando ai citofoni è assurto a ruolo di leader nazionale, allora, veramente c’è poco da stare allegri.

Non se la cava meglio il Governo: volti tirati, decisioni approssimative, conferenze stampa a raffica che, invece di rasserenare, hanno finito per aumentare la confusione in tutti i cittadini. Non va bene neanche ai Governi regionali che, pur in assenza di casi di positività, decidono di chiudere le scuole (le Marche) oppure dimentichi della sospensione di tutte le manifestazioni carnevalesche, si presentano in “mascherina” davanti alle telecamere (il governatore lombardo). Ce n’è per tutti i gusti. A mitigare un po’ la pena il vecchio adagio: mal comune scema il duolo. Ed in effetti non se l’è cavata meglio il Governo cinese che, con le “ritrosie” iniziali, ha contribuito a far lievitare il problema portandolo a rango di emergenza planetaria.

Non meno grave l’atteggiamento del Governo iraniano che, pur ammettendo i 26 decessi finisce però per dichiarare solo 245 contagiati, portando così il tasso di mortalità intorno al 10 per cento. Non occorre essere geni di statistica per vedere che il dato è, in tutta evidenza, manipolato, perché lo stesso virus in tutte le nazioni dove si è manifestato ha un tasso di mortalità che oscilla tra il 2 e il 3 per cento. Non meno singolare la vicenda della Corea del Nord – stretta fra la Cina e la Corea del Sud, vale a dire la prima e la seconda nazione al mondo per diffusione del Covid-19 – che non denuncia nessun caso. Beato chi ci crede.

Chiudiamo la carrellata con Francia e Germania che hanno deciso di limitare l’utilizzo del tampone per la verifica dei possibili contagiati. Considerando la contagiosità del virus, anche questa scelta sembra non può essere esente da critiche: c’è il rischio grosso che, alla fine, le due nazioni possano ritrovarsi con un epidemia in corso di proporzioni bibliche. E gli esempi potrebbero continuare a lungo… ma il mal comune delle classi dirigenti, in questi casi, non è assolutamente mezzo gaudio.