La denuncia delle Associazioni salernitane: le liste d’attesa sono un inganno

La denuncia delle Associazioni salernitane: le liste d’attesa sono un inganno

30 Maggio 2023 Off Di La Redazione

Le liste di attesa sono un inganno, sono diventate lo strumento per convincere i cittadini a rivolgersi al privato. Le motivazioni delle lunghe liste di attesa sono soprattutto di natura organizzativa. La denuncia arriva da Cittadinanzattiva, Tribunale per i Diritti del Malato e Medicina democratica, attraverso i responsabili Vinicio Colangelo, Margaret Cittadino e Salvatore Raimondi. “Aver individuato come ambito di garanzia per Salerno l’intera provincia ha reso possibile che per le prestazioni di urgenza e brevi non esistano liste di attesa, in quanto un cittadino anziano, se deve recarsi da Salerno a Sapri per fare una consulenza, preferisce rinunciare e andare dal privato; altra causa dell’allungamento delle liste di attesa è la disorganizzazione funzionale: frantumazione degli ambulatori e dei medici, un numero ridottissimo di prestazioni giornaliere (un ambulatorio di cardiologia per esempio fa tre visite e tre ecg al giorno), un numero di giorni di apertura degli ambulatori ridotto e non adeguato alle esigenze dei cittadini – aggiungono – Nei poliambulatori pubblici e in ospedale, generalmente, corridoi vuoti e liste d’attesa lunghe. Sono decenni che esistono le norme che obbligherebbero le Direzioni sanitarie a controllare questo fenomeno e a sospendere l’Alpi in caso di anomalie di questo tipo, norme non applicate”. Gli enti denunciano, inoltre, come da decenni le normative sulla trasparenza e sulla partecipazione delle organizzazioni degli utenti nelle fasi di programmazione e controllo sulla organizzazione di servizi dalla quale scaturiscono le liste di attesa anomale.
“Nessuno vuole applicare la normativa, ora ci si nasconde dietro la distruzione della sanità, data per imminente e irreversibile, non è vero! Trasparenza e partecipazione cono due concetti aborriti dalle dirigenze sanitarie e politiche così come è aborrita la medicina territoriale e la medicina di prossimità. Le normative nazionali, regionali ribadiscono tre concetti fondamentali: la integrazione ospedale territorio; l’organizzazione dei poliambulatori come case della salute: infermieri sulle 24 ore, medici sulle 12 ore integrando i medici di base e le famose Aft, laboratori di base sulle 24 ore e una piastra radiologica con la partecipazione degli specialisti assistenza domiciliare e telemedicina, ambedue già finanziate; punti sanitari nei quartieri perferici e nei quartieri fragili” – concludono chiedendo di ripristinare i posti letto tagliati in precedenza.