La canapa in … tavola

La canapa in … tavola

9 Dicembre 2019 0 Di Vincenzo De Rosa

I semi della pianta sono ricchi di calcio, potassio, zinco, magnesio. Contiene inoltre i grassi essenziali, utilissimi per l’organismo, omega 3 e omega 6.

 

Nel 2700 a.C. i cinesi utilizzavano come farmaco come descritto da trattato di farmacologia firmato dall’imperatore cinese Shen Nung. I greci la commercializzano. I fenici la utilizzavano per ricavarne vele per le navi e, fino ad alcune decine di anni fa, nell’agro della città di Marcianise, in provincia di Caserta, veniva coltivata e lavorata.  Addirittura tra il 1936 e ’40, durante il regno d’Italia si propagandava, attraverso l’Istituto Luce dei filmati, che riguardavano la coltura della canapa per la cosiddetta “autarchia economica”, cioè l’autosufficienza economica della nazione, eliminando il ricorso alle importazioni dall’estero. Nei filmati si vedono le varie fasi dell’attività lavorativa degli agricoltori marcianisani a partire dalla maturazione, fino alla macerazione nelle vasche. Una volta macerati e asciutti si sottoponevano alla filatura che avveniva a mano attraverso “le macennule” per ricavarne i filamenti tessili.

Da alcuni anni è stata nuovamente autorizzata la coltivazione della canapa industriale per produzione di fibre tessili, oli combustibili, alimenti e cosmetici. Il rilancio di questa coltura è stato reso possibile dalla legge 242 del 2016 che autorizza la coltura di Cannabis sativa, purché si tratti di semi certificati con varietà registrate presso la UE con piante con tenore di Thc, delta 9 tetraidrocannabinolo, minore dello 0,2 per cento. Con tollerabilità che arriva allo 0,6 per cento secondo i nuovi limiti della legge del 16 gennaio 2017. Il frutto della Cannabis sativa, il seme di canapa, non contiene Thc, responsabile dell’effetto psicoattivo della Cannabis, che è presente nelle infiorescenze e non nei frutti.

Le proprietà nutrizionali dei prodotti alimentari della canapa sono variegate. Dai semi derivano latte vegetale, l’olio e la farina. I semi contengono circa il 25% di proteine, 8 aminoacidi essenziali per la sintesi proteica con il 36% di grassi. La parte lipidica dei semi di canapa è prevalentemente composta da grassi insaturi: i famosi omega 6 e omega 3, molto utili, ad esempio, in caso di artrite. Si hanno inoltre circa il 35% di carboidrati.

I semi di canapa possono essere impiegati come alimento intermedio tra la categoria della frutta secca e quella dei cereali. Il loro utilizzo è previsto in diverse ricette: primi piatti, insalate, piatti unici.

Tra gli amminoacidi essenziali, cioè quelli che il nostro organismo non riesce a sintetizzare da solo, vi è l’arginina in quanto rientrando come precursore nella formazione di monossido di azoto determina sia un effetto di vasodilatazione sia di inibizione all’adesione, aggregazione e attivazione delle piastrine. Sempre i semi poi sono ricchi di vitamine del gruppo B, contengono vitamina E, antiossidante per attaccano i radicali liberi e quindi agisce come una sorta di spazzino.

Inoltre i semi sono ricchi di calcio, potassio, zinco, magnesio. Inoltre i grassi essenziali, che devono essere introdotti con l’alimentazione, omega 3 e omega 6 sono presenti in rapporto ottimale 3:1, o 4:1. Gli acidi grassi essenziali contribuiscono alla costruzione della membrana cellulare, nella produzione di ormoni mediatori dell’infiammazione.

La farina di canapa è un alimento ricavato dalla macinatura dei semi: essa apporta circa il 12% di calorie in meno rispetto alla farina 00. Le proteine non contengono la gliadina e la gluteina: l’alimento quindi può essere tollerato dai celiaci.

L’olio dei semi di canapa, ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi, va utilizzato a crudo, conservato in bottiglie scure che lo preservino dalla luce, e una volta aperto conservato in frigorifero.

L’olio riduce i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue, ha effetti positivi sulla pelle, per i suoi effetti antinfiammatori è utilizzato nella cura delle artrosi , artrite e malattie autoimmuni.