Ipertensione, nuove modalità di cura

Ipertensione, nuove modalità di cura

5 Novembre 2019 0 Di La Redazione

Lo sviluppo della ricerca clinica e sperimentale supera le modalità di cura sino ad oggi impiegate. È quanto emerge da una recente studio pubblicato sulla rivista “The Lancet”.

Novità importanti per chi soffre di ipertensione. Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (Ace) potrebbero non essere la scelta migliore per iniziare il trattamento. Questo è quanto emerge da uno studio appena pubblicato su The Lancet e coordinato da George Hripcsak, del Columbia University Vagelos College of Physicians and Surgeons, che assieme ai colleghi ha esaminato i dati di 4,9 milioni di pazienti provenienti da nove database istituzionali in quattro paesi.

“Abbiamo voluto confrontare la sicurezza e l’efficacia delle cinque classi di farmaci di prima linea nel trattamento dell’ipertensione, inclusi i popolari Ace-inibitori”, scrivono i ricercatori, che hanno non solo analizzato il modo in cui ciascun farmaco previene le tre principali complicanze dell’ipertensione, ossia l’infarto, lo scompenso di cuore e l’ictus, ma hanno anche verificato fino a che punto ciascun farmaco causa effetti collaterali, elencati in una lista di 46 segni e sintomi.

“Questo è uno studio multinazionale che potrebbe fornire elementi utili a indirizzare le scelte sul trattamento dell’ipertensione” afferma l’autore, precisando che a distinguerlo dai precedenti non è solo la dimensione, ma i metodi avanzati che ottimizzano l’affidabilità dei risultati. Una scoperta chiave è stata che i diuretici tiazidici sono più efficaci nel prevenire infarto, scompenso e ictus rispetto agli Ace-inibitori, pur essendo più sicuri.

“Prese singolarmente le differenze nella sicurezza e nell’efficacia dei diversi trattamenti potrebbero sembrare piccole, ma su vasta scala diventano significative” sottolineano i ricercatori, precisando che se i 2,4 milioni partecipanti allo studio che hanno utilizzato gli Ace-inibitori avessero invece usato i tiazidici, si sarebbero potuti potenzialmente evitare oltre 3.100 eventi cardiovascolari maggiori.

“Dato che questo tipo di diuretici sono da tempo presenti sul mercato a fronte di costi contenuti, i nostri risultati dovrebbero fornire una valida alternativa all’attuale consuetudine di iniziare con Ace-inibitori in trattamento dell’ipertensione” conclude Hripcsak.