Imboscati fà rima con rac-comandati

Imboscati fà rima con rac-comandati

28 Febbraio 2019 0 Di Gaetano Milone

Sono figli di, parenti di, amici di, mogli di, amanti di e tutti, rigorosamente, comandati nelle “retrovie”. E solo per pochi vale la spiegazione del giustificato motivo.

Gli imboscati in tempo di guerra erano i “furbetti” che per evitare il fronte o la prima linea come dir si voglia tramite conoscenze o le solite raccomandazioni si facevano trasferire in comodi e sicuri uffici spesso vicino alle famiglie. In tempi moderni o meglio in tempi di pace il fronte è sostituito da posti di responsabilità, lavori gravosi, una prima linea dove nel quotidiano si “combatte” con un’utenza esigente e bisognosa di assistenza particolare.

Gli imboscati dei giorni nostri esistono in Campania soprattutto nella sanità, dove carenza di personale in ospedali (pronto soccorso e vari reparti) è sentita particolarmente e troppo spesso è causa di disservizi. Nella sola Regione Campania, si parla di oltre 50 lavoratori “trasferiti” o meglio “comandati” in uffici amministrativi e segreterie politiche. Infermieri, medici, che conservano il proprio “status” d’appartenenza (il congruo stipendio percepito quando erano in forza nei reparti) pur lavorando in uffici dove un loro pari grado percepisce fino al 40 per cento in meno dello stipendio. Roba da Corte dei Conti.

Ma il numero va ad ingrossarsi notevolmente – se pure in assenza di un dato preciso, si può azzardare che si tratta di alcune centinaia di lavoratori – se si vanno ad analizzare tutti gli “spostamenti” nelle varie Asl dove medici e personale infermieristico spesso “vicini” ai responsabili sindacali o ad esponenti politici, vengono “prelevati” dai propri reparti d’appartenenza e dirottati altrove, dietro comode scrivanie con funzioni amministrative ma con “stipendi sanitari”.