Il Tar boccia il manager Attilio Bianchi

Il Tar boccia il manager Attilio Bianchi

1 Maggio 2019 0 Di Bruno Buonanno

Il Tribunale amministrativo del Lazio ha respinto il ricorso del direttore generale. Il ministro Grillo ha così disposto la sua cancellazione dall’albo nazionale dei manager.

Crisi da manager nell’istituto Pascale. La traballante poltrona occupata, da oltre due anni, da Attilio Bianchi è stata polverizzata dalla sezione terza – quater del Tar Lazio che in Camera di Consiglio ha respinto il ricorso presentato dal direttore generale dell’Istituto per lo studio e la cura dei tumori partenopeo (al momento unico istituto pubblico di ricerca scientifica in città).

Il giudice in pratica, ha bocciato il ricorso 4805 che Attilio Antonio Bianchi aveva presentato, nel 2018, contestando la determina 7440 del direttore generale del ministero della Salute che aveva deciso di eliminarlo, per mancanza di titoli, dall’elenco nazionale per aspiranti direttori generali di aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie. Bianchi bocciato? Sì, proprio così. Nonostante un passato che ha consentito al manager salernitano di salire sempre più su. La sua carriera di medico è cominciata nel 1982 con la laurea in medicina e chirurgia col massimo dei voti. Subito dopo la specializzazione in igiene e medicina preventiva, un corso di odontostomatologia, poi medico associato di medicina generale e guardia medica. Ma la vera carriera dirigenziale del dottore Bianchi è cominciata quando è diventato responsabile della medicina legale, per poi ottenere la nomina a coordinatore delle attività riabilitative per essere poi promosso direttore di distretto sanitario. Da lì il passaggio al titolo di direttore sanitario dell’Asl Napoli 3 Sud (quella oggi diretta da Antonietta Costantini che è finita nei giorni scorsi su “Striscia la Notizia” per la ridicola organizzazione dell’ufficio esenzioni dal ticket). Ma il vero salto di Attilio Bianchi arriva con la nomina a direttore generale dell’Asur Marche, per essere poi nominato a Salerno direttore generale del San Giovanni di Dio e Ruggi di Aragona. Subito dopo, eccolo direttore generale dell’Università di Salerno, incarico lasciato nell’ottobre del 2016 quando il vulcanico governatore Enzo De Luca scelse proprio Attilio Bianchi per affidargli la prestigiosa guida del “Pascale”.

Una volta si diceva: “Avanti Savoia”. Ma il Savoia (questa volta di nome Riccardo) che ha trattato il caso Bianchi, è il presidente della sezione terza – quater del Tar Lazio, quella che il nove aprile in Camera di Consiglio ha accertato la carenza di requisiti per essere direttore generale di un’azienda sanitaria pubblica. E a questo punto, chiunque può porsi una serie di domande giuste e legittime. Come ha fatto il governatore Vincenzo De Luca e probabilmente anche chi lo ha preceduto – inevitabile il riferimento a Stefano Caldoro – a nominarlo direttore generale del più importante istituto campano di ricerca scientifica in campo oncologico? Partendo da questa riflessione, è probabile che sul “caso Bianchi” cominci a porre attenzione la Procura della Corte dei Conti per capire se gli era dovuta – in carenza accertata di titoli – uno stipendio di circa 200mila euro l’anno. E, ancora. Le varie delibere adottate dal direttore generale al Ruggi e al Pascale hanno valore?

Domande che Giulia Grillo, ministro della Salute, si pone da giorni. Ed infatti ha dato incarico, il 29 aprile scorso, alla direttrice generale del ministero, Rosanna Ugenti, di prendere atto della sentenza numero 05242 del 26 aprile 2019 con la quale è stato respinto il ricorso del dottore Attilio Antonio Montano Bianchi contro il ministero della Salute, dando disposizione di eliminare il nominativo del dottore Bianchi dall’elenco degli idonei al titolo di direttore generale di aziende sanitarie pubbliche aggiornando l’elenco dei candidati idonei. Dopo la bocciatura del Tar che lo aveva “riammesso con riserva” nell’elenco degli idonei come si comporterà Attilio Bianchi? Con una delibera in autotutela si potrebbe sospendere dall’incarico di direttore generale, così come può aspettare la rimozione da parte della Regione. Intanto nascono legittime perplessità anche sui titoli di altri manager (direttori sanitari e amministrativi) individuati da altri direttori generali e commissari delle aziende sanitarie campane. Avevano titoli e requisiti giusti, o la loro scelta è andata avanti su input geografici e/o politici.

Il no del Tar Lazio al ricorso di Attilio Bianchi obbliga intanto il governatore De Luca a nominare un commissario a termine anche all’istituto <Pascale>. Il direttore scientifico, amministrativo, sanitario o un nome nuovo che rapidamente il governatore potrebbe scegliere dall’esterno. Un po’ come successe per Nicola Cantone, rimosso in fretta per carenza di titoli dall’incarico di direttore generale del Ruggi di Salerno e sostituito dal governatore De Luca col collega Longo. Nel frattempo Nicola Cantone non è mai stato cassato dall’elenco degli idonei alla qualifica di direttore generale.