Ichim Facchetti: “La pallavolo è vita”

Ichim Facchetti: “La pallavolo è vita”

19 Ottobre 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Sicuramente per noi sportivi l’arrivo della pandemia è stato un fulmine a celsereno, mettendo in grosse difficolta atleti, società ed addetti ai lavori.
Partendo dal presupposto che fosse una situazione novizia per tutti ed come ogni novità non si sa mai come ci si debba porre alla problematica, quindi il primo periodo epidemiologico l’abbiamo vissuto un po’ in balia dei continui mutamenti di legge, poi per noi pallavolisti è arrivato il blocco definitivo da parte della federazione che ci ha visti costretti a chiudere anticipatamente la stagione e far rientro presso i propri domicili, da lì in poi debbo dire che non e stato semplice affrontare la prima parte della pandemia, anche perché essendo abituato a trascorrere la maggior parte delle giornate in palestra e stretto contatto con molta gente, la quarantena ha portato molta solitudine nelle giornate cosa che non sempre è facile da gestire, però nonostante le svariate difficolta siamo riusciti ad affrontare ed abituarci pian piano alla nuova “NORMALITà” .

Ad oggi dopo tre anni travagliati siamo finalmente riuscirti a tornare alla normalità, se poi così si possa definire… finalmente possiamo tornare a festeggiare e gioire con i nostri tifosi, avere dei contatti con i nostri avversari, in breve il mondo del volley e tronato a sorride e far divertire il proprio amato pubblico.
ma divo dire che la paura del contagio non mi ha posto grosse problematiche a differenze delle severe restrizione imposteci dallo stato, sicuramente la più difficile credo e penso un po’ per tutti sia stato l’obbligo di stare in casa però ha avuto anche dei pregi per chi come me fa lo sportivo e si trova ad affrontare svariati mesi lontano dagli affetti e dalla famiglia.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Io fortunatamente devo dire grazie la società nel quale giocavo “ASD Silvio Pellico” di non avere avuto grosse problematiche, sicuramente la politica a messo un po’ di caos inizialmente perché non si capiva bene cosa si posse e non potesse fare, ma nel mondo del Volley direi che la situazione e stata gestita in maniera tale da consentire a chi ne faceva parte di avere le idee ben chiare sul da farsi, anche perché oltre alle regole indette dal coni le società hanno avuto abbastanza la bravura di gestire ed affrontare al meglio la situazione per lo meno per quello che riguarda il mio vissuto.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
La pallavolo è lo sport di casa quindi diciamo che non è stata una spinta ma più vivere la pallavolo nel quotidiano, e per questo devo ringraziare il mio babbo e mia madre che sin da piccolo mi hanno fatto vivere in un ambiente sano quale quello del volley, e grazie a mio padre ho avuto l’onore e il piacere di vivere quasi nel quotidiano tante icone di questo sport, che hanno fatto si che la pallavolo diventasse il mio mondo, volendoli emulare sin da piccolissimo.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Le doti personali e le attitudini sono parte integrante di noi e non le scegliamo, ma senza la forza di volontà nello sport ma come nella vita si va ben poco lontano, quindi ritengo che la forza di volontà sia fondamentale per poter esprimere il meglio di noi stessi e portarci tante volte al raggiungimento dei nostri obbiettivi, ma come ben sappiamo nello sport non sempre si può cantar vittoria quindi a volte la forza di volontà diventa fondamentale, per esempio: nel rialzarsi da una sconfitta.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

La pallavolo per me ha sempre significato molto nella vita ed e uno sport che consiglio molto perché a differenza di altri sport nel mondo del volley il rispetto e la disciplina vengono prima dell’agonismo e permetto a ragazzi e ragazze di crescere insieme sia come giocatori ma soprattutto come persone, ma fatto ancora più interessante che questo mondo no è per individualisti perchè come disse Ivan Zaystev: “La pallavolo è unica perché è geometrica, giochi in un quadrato e, in tre tocchi, costruisci infiniti triangoli,
La pallavolo è VITA.