I “conti” di Soresa non tornano … o forse si

I “conti” di Soresa non tornano … o forse si

4 Marzo 2019 0 Di Gaetano Milone

La società nata per pagare i debiti pregressi e far quadrare il bilancio della sanità campana, stando alla disanima della Corte dei Conti, fallisce l’obiettivo. Ma la Società in hous non ci sta e ribatte.

“Anche i ricchi piangono”. La Soresa, centrale unica di pagamento delle Asl, è infatti, incappata nella lente d’ingrandimento della Corte dei Conti Regionale. Il procuratore Michele Oricchio ha denunciato “ritardi, incongruità nei pagamenti, ottenendo risultati inferiori alle aspettative”. Ed ancora: “ben 826 “consulenze” o meglio, “rapporti” di collaborazione lautamente pagati non riescono infatti ad ottenere quella razionalizzazione dei servizi e soprattutto quei risparmi per qui la società fu creata anni fa”. “La So.Re.Sa. S.p.A. – Società Regionale per la Sanità – come si legge sul sito istituzionale – è una società strumentale costituita dalla Regione Campania per la realizzazione di azioni strategiche finalizzate alla razionalizzazione della spesa sanitaria regionale.

Per la realizzazione di questo obiettivo il socio unico Regione Campania ha affidato a So.Re.Sa. il ruolo di centrale acquisti dei prodotti destinati alle aziend​e del sistema sanitario regionale e la realizzazione del ripiano del debito maturato negli anni passati, attraverso operazioni ad hoc decise con provvedimenti regionali. Per la sua natura di ente strumentale, opera esclusivamente nell’interesse del socio pubblico e delle aziende del sistema sanitario regionale ed è sottoposta dalla Regione a un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi”.

Ma Soresa non ci sta e, citando deliberazioni della sezione della Corte dei conti alla mano – con una lettera a firma del direttore generale ed indirizzata al Corriere del Mezzogiorno che ha dato la notizia con grande risalto venerdì scorso – ritiene le conclusioni del redattore della relazione conclusiva “siano frutto di una svista” e che le critiche sarebbero destinate al “sistema regionale in generale”. Senza girarci intorno, par di capire che, secondo Soresa, la Corte dei Conti non sa fare calcoli e se li fa poi li mette male su carta e conclude anche peggio. A questo punto la parola, se vorrà, torna al magistrato contabile.

Della Soresa e del suo “operato”, il nostro giornale si occupò qualche mese fa a proposito del nuovo bando per l’aggiudicazione, dopo ben quindici anni di proroghe, del “Servizio di soccorso con elicottero” a supporto del Servizio Medico d’Emergenza. Un appalto “frutto secondo alcuni di un parto prematuro, della durata di cinque anni per un importo di 50 milioni e 700mila euro, che non tiene conto dei rilievi dell’Enac sulla non idoneità notturna all’atterraggio sull’isola di Capri, per prescrizioni non eseguite e sulla effettiva operatività dell’aeroporto di Pontecagnano in grado di assicurare assistenza nei tempi comunicati dal gestore e che non coprono, però, i trenta minuti prima dell’alba ed i 30 minuti dopo il tramonto, richiesti dal capitolato.

Ed ancora, continuiamo a chiederci, come mai manca il punto d’atterraggio all’ospedale del Mare, gioiello della sanità campana e baricentrico per i paesi vesuviani. Ed allora sorse spontanea la domanda: “la gatta frettolosa fece mici ciechi”? Ed infatti a fine gennaio viene sospesa la procedura di gara dopo i rinvii del 10 dicembre 2018 che prorogava la scadenza del termine dal 20 dicembre al 14 gennaio e quello ultimo al 1 aprile 2019. Un grosso pasticcio con inquietanti interrogativi a cui fino ad oggi nessuno ha saputo o voluto dare una risposta.

“I rilievi della Corte dei Conti su Soresa  – commenta Flora Beneduce, consigliere regionale di Forza Italia e componente della Commissione Sanità della Campania -lasciano presagire scenari apocalittici per i conti della Regione. La solerzia del governatore nell’abolire l’Arsan, ad inizio consiliatura, non ha trovato evidentemente corrispondenza in un’azione altrettanto rigorosa nel controllare la società che dovrebbe ottimizzare gli acquisti in sanità e che, invece, scopriamo essere fonte di spreco per le consulenze incontrollate. Ci auguriamo che, quantomeno, il campanello d’allarme della Corte induca la Giunta regionale ad adottare un comportamento maggiormente virtuoso nell’interesse delle casse di Palazzo Santa Lucia e, soprattutto, dei cittadini”. “Errare humanum est, diremmo noi, ma perseverare autem diabolicum”.