Giuseppe Pera, la danza è arte sublime

Giuseppe Pera, la danza è arte sublime

5 Febbraio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

“Ballare significa confrontarsi con se stessi. È l’arte dell’onestà. Si è completamente allo scoperto quando si balla. La propria salute fisica è allo scoperto, la propria autostima è allo scoperto. La propria salute psichica è allo scoperto, è impossibile ballare senza essere se stessi. Quando si balla si dice la verità. Se si mente, ci si fa male.” SHIRLEY MACLAINE

I decreti anti Coronavirus hanno colpito alcune attività molto più di altre. In un anno, ad esempio, le scuole di danza sono state chiuse per due periodi ed oggi come oggi lo sono ancora, chissà fino a quando. Tre blocchi della didattica che hanno influito ed influiscono pesantemente sia sotto l’aspetto economico che nell’attività vera e propria. Sulle attività ha prevalso e prevale come sempre la volontà, la tenacia e la fantasia. Il web è stato ed è il canale di contatto, la possibilità di esercitarsi. Certamente quest’anno mancheranno anche i saggi di fine corso.  I penalizzati, ancora una volta, come lo è per la Scuola in presenza, sono i giovani che, nella fattispecie, perdono un’opportunità di crescita spirituale che solo la Danza può offrire.

Di questo parliamo con Giuseppe Pera, affermato ballerino siciliano che ha realizzato presenze in numerose importanti manifestazioni a livello nazionale ed internazionale. Tra le altre Sarabanda – Mediaset TV – Dancer (2017), Qui e adesso – RAI TV – Dancer (Novembre 2020 – Dicembre 2020) Directed by Massimo Ranieri – Choreographed by Manolo Casalino, Al passo coi templi – Company Dancer (Agosto 2020) Directed by Marco Savatteri – Teatro antico di Taormina.

Come ha vissuto e vive Giuseppe Pera la paura della pandemia ed il disagio per le doverose misure restrittive?

Ho vissuto la pandemia come un fulmine a ciel sereno, spiazzato, incredulo, inerme; come probabilmente ha affrontato il problema, almeno inizialmente, l’intero sistema sanitario. E tutto questo perché, proprio a marzo, ho perso uno zio di Covid; nel momento più brutale e violento di questa terribile pandemia. In un paesino siciliano, a marzo, quando l’epicentro della pandemia era al nord, non pensavamo potesse così in fretta arrivare in Sicilia; e invece è arrivata, ed ha colpito proprio mio zio, stroncandogli la vita.

Da quel momento in poi sono sincero, per autodifesa, per spirito di sopravvivenza, ho gestito la mia paura cercando di metabolizzare nel minor tempo possibile la situazione che stavamo e stiamo vivendo e, munitomi di pazienza, mi sono adattato a tutte le restrizioni. Di conseguenza ho vissuto e continuo a vivere oggi nel rispetto delle regole ma senza precludermi niente! Mi sono goduto e continuo a godermi: la sbarra classica in casa attaccato ad una sedia, le lezioni di danza online, la passeggiata tra i negozi, l’aperitivo alle 17:00, le cene da asporto, la corsa al parco ed investo il mio tempo in cose che probabilmente prima non avrei mai preso in considerazione.

“Cantare bene e ballare bene significa essere ben educati.” Platone. Quanto deleterio risulterà per le giovani generazioni questo indispensabile black-out della Danza?

Io penso che se entro questo anno si ritorna ad una semi normalità e quindi viene data la possibilità di ritornare in sala di danza, tutto questo non è stato così deleterio. Diciamo che è ancora tutto recuperabile!

Sicuramente sarà necessario riprendere il ritmo e abituare nuovamente corpo e mente a questa disciplina che come ben si sa necessità di tempo e costanza.

Come ritiene Lei che si possa promuovere e valorizzare la Dignità ed il valore della Comunicazione della Danza, quale Patrimonio di Tutti?

Ritengo che la società odierna per apprezzare il valore della danza, tanto da maturare il desiderio di godere di uno spettacolo di danza in teatro, debba essere in qualche modo educata e resa sensibile a questa particolare forma di espressione artistica. Penso che ciò si potrebbe realizzare attraverso proiezioni guidate, interventi performativi dal vivo, incontri incentrati sull’analisi della coreografia (repertori di balletto, danza moderna e contemporanea), delle danze popolari (italiane, europee ed extraeuropee) e della storia della danza. Tutto ciò potrebbe rappresentare la chiave di lettura per l’interpretazione di un’arte plurale, a volte di difficile accesso.

Oltre questo, penso che, quanto detto, possa essere realizzabile solo attraverso l’unione e la coesione di tutti noi appartenenti a questo mondo. Solo in questo modo possiamo rendere giustizia all’importanza di questa sublime arte nella società di oggi.