Gianmarco Avitabile, il basket come terapia

Gianmarco Avitabile, il basket come terapia

7 Maggio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

 

Oltre sei mesi di chiusura, speranze disattese e ristori privi della forza economica necessaria hanno portato alla scomparsa di posti di lavoro nel mondo dello spettacolo e la chiusura di centri sportivi. Insieme alla ristorazione, cultura e wellness sono infatti gli unici settori a non aver mai vissuto una vera riapertura dall’inizio della pandemia e hanno dovuto adeguarsi prima ai protocolli, sostenendo invano ingenti investimenti, e poi alle trasformazioni “richieste” dal mercato per provare a “convivere” con il Covid-19; la cultura si è trasferita online (in particolare teatri e mostre), gli impianti sportivi si sono convertiti agli sport praticabili (il boom del padel lo dimostra). Dopo mezzo anno qualcosa è definitivamente cambiato o si è rotto, intere compagnie teatrali sono scomparse e così come alcune società sportive. Di questo parliamo con un giovane valente dirigente sportivo.

Gianmarco Avitabile ha sempre giocato a pallacanestro sia a Sant’Antonio Abate sia ad Angri, dall’età di 4 anni. A causa di numerosi infortuni dopo aver giocato negli anni 2018-2020 a Gragnano in 1 divisione ha deciso di smettere, ma essendo un amante dello Sport si è fatto strada come dirigente responsabile della pallacanestro Antoniana dal 2019.

Inoltre è presidente di un’associazione sportiva chiamata OSA – Olimpiadi abatesi con la quale dal 2017 promuove un evento molto atteso a Sant’Antonio Abate e zone limitrofe.

Come ha vissuto e vive Gianmarco Avitabile la paura della pandemia ed il disagio legato alle inevitabili misure restrittive? 

 Purtroppo la pandemia da COVID-19 è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno ed ha rappresentato e rappresenta un insormontabile ostacolo perché da un lato ci ha trasmesso l’angoscia e la paura del contagio, dall’altro lato non ci ha consentito di continuare una regolare gestione dell’associazione sportiva a causa delle misure restrittive.

Infatti io e mio fratello, Gaetano Avitabile, non abbiamo potuto organizzare uno degli eventi sportivi più attesi nel nostro paese e nelle zone limitrofe, ossia le OSA- Olimpiadi Abatesi, evento che ha l’intento di rafforzare il senso di appartenenza e di comunità degli abatesi creando e rafforzando un’identità di contrada attraverso 13 discipline sportive in collaborazione con tutte le altre associazioni sportive.

Nell’ultima edizione ha contato più di 500 iscritti ma soprattutto ha sempre creato forte aggregazione tra tutti i partecipanti e il pubblico che accorre numeroso alle partite. Avendo tra i molti partecipanti esperti agonisti, gli incontri sono di un livello molto alto e quindi molto accattivanti, in particolare per i tre sport principali ovvero calcio, basket e pallavolo.

Quanti danni hanno arrecato al Basket la pandemia, i lockdown e la confusa gestione politica?

Il danno cagionato dall’epidemia e dalle misure restrittive all’attività sportiva della nostra città è stato enorme, sia per la nostra giovane società della pallacanestro antoniana, sia per l’associazione delle Osa olimpiadi abatesi guidata da me e da mio fratello, evento sportivo di vaglia, dedicato all’attività cestistica insieme a quella calcistica e pallavolistica. 

A causa della pandemia e dei lockdown abbiamo dovuto sospendere gli allenamenti ed il campionato si è bloccato. Essendo la nostra una società che nutre forti aspirazioni, con un progetto molto ambizioso che ci vedrà sicuramente protagonisti nella lotta per perseguire traguardi più alti, tanto è vero che abbiamo svolto il campionato di promozione sempre in cima alla classifica concludendolo al primo posto e guadagnandoci la serie D, la pandemia e le sue conseguenze sono state veramente un colpo basso.

Desideriamo raggiungere risultati che la squadra della nostra città non ha mai raggiunto e con l’avvento della nostra nuova società e dell’aria di cambiamento che ne deriva tutto questo potrà essere possibile. Tutto questo sarà sicuramente possibile grazie all’impegno di un nucleo di dirigenti molto motivato, in primis del presidente Gerardo Varone e del dirigente Gennaro Coppola e di tutto lo staff dirigenziale: Luigi Iovino, Alfonso Cavallaro, Alfonso D’aniello, Carlo Varone,Paolo Vitale,Pasquale D’aniello, Andrea Bellavista,Francesco D’aniello,Sabatino D Aniello,Assunta Esposito, Gaetano Avitabile. La FIP ad un certo punto ha dichiarato di voler continuare con i campionati seguendo determinati protocolli ma noi abbiamo rifiutato perché il quadro emergenziale si presentava ancora critico e la nostra preoccupazione principale era quella di evitare che il contagio si espandesse anche all’interno della nostra società. Dunque abbiamo cercato di fare la scelta più saggia possibile, resettare tutto e ricominciare a settembre 2021.

Che cosa Le hanno insegnato l’attività fisica, lo Sport in generale ed il Basket in particolare?

Ho sempre praticato sport, in particolare la pallacanestro, e l’ho sempre considerata una terapia ma non solo per i benefici che apporta l’attività fisica in sé, ma anche per smaltire lo stress mentale provocato dagli impegni e dai problemi da risolvere. E posso affermare con grande consapevolezza che il Basket mi ha insegnato come gestire e risolvere i problemi quotidiani. Inoltre il Basket ha contribuito fattivamente alla mia crescita non solo emotiva e personale ma anche sociale perché, grazie allo sport, dedico molto tempo della mia vita all’organizzazione di eventi sportivi come il già citato Osa- Olimpiadi Abatesi con il fine di aggregare e condurre molti neofiti del settore verso quell’atmosfera magica solo lo Sport sa creare.

Il mio passato di cestista e gli attuali impegni di dirigente responsabile della Pallacanestro Antoniana mi proietteranno sicuramente verso un roseo futuro professionale. Un grazie soprattutto al presidente Gerardo Varone e al dirigente Gennaro Coppola che hanno creduto in me e mi hanno fornito questa grande opportunità.