Gianluca Signorelli: “La pallavolo è sacrificio, fatica e duro lavoro”

Gianluca Signorelli: “La pallavolo è sacrificio, fatica e duro lavoro”

19 Luglio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido pallavolista: Gianluca Signorelli.

2021/2022 Serie B Valtrompia Volley; 2020/2021 Serie A2 Agnelli Tipiesse Bergamo; 2019/2020 Serie A2 Olimpia Bergamo; 2018/2019 Serie A2 Atlantide Pallavolo Brescia; 2017/2018 Serie B Noleggio Lorini Montichiari; 2016/2017 / Pausa Per Riabilitazione; 2015/2016 Serie B1 Pallavolo Motta Di Livenza (Tv); 2014/2015 Serie A2 Atlantide Pallavolo Brescia; 2013/2014 Serie B1 Atlantide Pallavolo Brescia; 2012/2013 Serie C Pallavolo Villanuova (Bs); 2011/2012 Serie C Team Volley Cazzago (Bs); 2010/2011 Serie D Atlantide Pallavolo Rezzato (Bs); 2009/2010 Serie D Atlantide Pallavolo Rezzato (Bs).

La fase pandemica più acuta sembra essere alle spalle. Come vive e ha vissuto la situazione? Come l’ha affrontata? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle misure restrittive?

Durante la pandemia non è stato semplice per il mondo dello sport e per i suoi interpreti. Per fortuna noi atleti “professionisti” non ci siamo praticamente mai fermati se non durate il primo lockdown. Questo aspetto è stato fondamentale per noi giocatori, perché nonostante le grandi difficoltà dovute ai contagi e protocolli siamo comunque riusciti a fare il nostro lavoro e a distrarci, almeno per qualche ora al giorno, da quello che accadeva fuori dalla palestra. Personalmente sono stato molto attento nel mettere in pratica tutte le misure necessarie a limitare il contagio anche se purtroppo la mia squadra è stata contagiata quasi interamente. In questo periodo di positività ci siamo allenati da casa cercando di non perdere tutto ciò che avevamo fatto a quel momento per poi essere pronti a ricominciare.

Insieme alle restrizioni, i tentennamenti della politica hanno causato molti disagi al mondo dello sport, specie quello minore. Cosa è successo alla sua socialità?

Per quanto riguarda la pallavolo mi ricordo che durante il primo lockdown eravamo a casa sperando di poter concludere i campionati, ma alla fine tutto fu bloccato. Nella stagione successiva invece ricordo che abbiamo giocato un campionato intero senza spettatori. Questo sicuramente è un danno gravissimo per lo sport in generale, ma soprattutto per sport come la pallavolo che necessita di avere i palazzetti pieni. A differenza di altri sport la pallavolo non ha mai potuto riaprire i palazzetti in quella stagione, ricordo in particolare la nostra finale di supercoppa a Taranto il 28 maggio 2021 dove dopo innumerevoli pressioni da parte dell’ambiente pallavolistico non fu concesso l’ingresso al pubblico. Situazione strana dato che per altri sport come basket e calcio invece era concesso. Giocare senza pubblico è surreale, soprattutto quando la nostra ultima partita del 2020 era stata la finale di coppa Italia giocata all’Unipol Arena di Bologna davanti a 10000 persone.

Chi è stato tra gli amici o in famiglia a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua folgorazione, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

La mia storia sportiva è iniziata con il tennis quando avevo sei anni seguendo le orme di mio fratello più grande Andrea. Ho giocato a tennis fino all’età di 18 anni quando poi accanto a casa mia nel palazzetto di Rezzato (Bs) nacque una squadra di serie D maschile e decisi di provare, proprio insieme a mio fratello. Mai avrei pensato poi in un percorso così. Devo dire che mio padre è stato un giocatore di pallavolo e non ha mai insistito per far praticare il volley ai suoi figli, ma alla fine entrambi siamo finiti a giocare a questo meraviglioso sport.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà e il lavoro sono aspetti fondamentali per poter provare a raggiungere dei buoni risultati nello sport. La pallavolo è sacrificio, fatica, duro lavoro. Io ho iniziato molto tardi a giocare e non ero così talentuoso. La differenza l’ha fatta la determinazione, la voglia, il sacrificio che ho saputo dare a questo sport. Purtroppo vedo molti giovani atleti che vogliono arrivare senza fare fatica, senza fare sacrifici. Ho dato tantissimo alla pallavolo ma la pallavolo mi ha ridato momenti e persone indimenticabili.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla specialità, cosa suggerirebbe?

Ai ragazzi dico di non mollare mai, la strada per il successo è in salita e piena di insidie ma poi quando si arriva il panorama è bellissimo. Lo sport chiede tantissimo ma alla fine ti regala emozioni che solo chi le ha provate sa di cosa sto parlando. Certo magari non si può uscire con gli amici, andare in discoteca il sabato sera, andare in gita scolastica ma tutti questi sacrifici poi un giorno torneranno indietro. Ragazzi non dovete attendere il risultato nell’immediato, ma lavorare sodo con pazienza perché il percorso è lungo ma stupendo.