Gestione pandemie, scienza del XXI secolo o del XVI? (II parte)

Gestione pandemie, scienza del XXI secolo o del XVI? (II parte)

2 Maggio 2020 0 Di Andrea Del Buono *

L’emergenza che stiamo attraversando, legata al Covid-19, ci consente riflessioni Accademiche utili per ricercare le migliori soluzioni in tema di Salute Pubblica.

 

Bisogna considerare che una campagna vaccinale “Vaccine Safety” dovrebbe richiedere un complesso sistema di farmacovigilanza attiva a medio e lungo termine attraverso anche l’applicazione dell’intelligenza artificiale con un Centro Nazionale di Riferimento che si propone non solo per questa emergenza ma come modello per una Medicina Del XXI Secolo.

Sebbene il Covid-19 sia un virus nuovo per l’essere umano e giustificandone quindi l’adozione di misure di contenimento molto rigide, ma determinanti per l’esito dell’epidemia in termini di numero di contagiati e decessi, sono da tener conto anche altri aspetti, come le caratteristiche del luogo in cui si manifesta l’epidemia in termini d’inquinamento ambientale. 

Il nostro gruppo multidisciplinare coordinato dal Prof. G.F. Tarro intende offrire in tale ambito la propria esperienza e contributo, gruppo che da alcuni anni studia la correlazione tra inquinanti ambientali, salute (PM <2,5 e metalli tossici) e polimorfismi genetici in residenti nelle aree ad alto rischio (Terra dei fuochi-Taranto-Priolo – DETOXIC CENTER). Uno studio preliminare appena condotto con modelli matematici che hanno intrecciato dati ambientali, metalli pesanti bioaccumulati e polimorfismi, ha messo in rilievo (lavoro in press) che il “grading” di danno molecolare ossido-riduttivo (stress ossidativo) sia fortemente correlabile al danno epigenetico (ambiente) da particolato ultrafine, il quale è maggiormente rappresentato nei soggetti con alcuni polimorfismi da noi individuati. 

Tale condizione genetica potrebbe esercitare un’azione di “boost” alla diffusione del virus e potrebbe aiutarci anche a comprendere la fisiopatologia delle complicanze gravi da CoviD-19. Il virus quindi utilizza le stesse strategie di danno metabolico (in primis deplezione GSH) indotto da metalli tossici e la gravità di tale meccanismo metabolico correla con alcuni polimorfismi genetici. Tale condizione si traduce in un aumentato stress ossidativo ed un elevato rischio trombo-embolico sia arterioso che venoso.

In pratica il Covid-19 e l’inquinamento da particolato ultrafine sinergizzano la loro azione tossica sulle cellule e l’effetto potrebbe essere letale in soggetti portatori di mutazioni puntiformi genetiche.

In conclusione, è indispensabile un approccio multidisciplinare, preventivo e terapeutico, che tenga conto di tutte le possibili variabili suindicate, del background ambientale e genetico dei pazienti, in modo da poterle isolare e curare (ove necessario) in maniera assolutamente personalizzata. Questo tipo di approccio, potrebbe rendere possibile in caso di recrudescenza epidemica o di epidemie future, una diversa e meno traumatica gestione socioeconomica del fenomeno, consentendo la normale routine lavorativa alle categorie più protette. Il nostro obiettivo primario è ricercare, divulgare e applicare metodologie innovative ed efficienti per la prevenzione primaria personalizzata e la promozione di Stili di Vita Positivi (Genomica, Redoxomica ecc..), grazie alla possibilità di modulare la nostra predisposizione ad ammalarci con terapie nutrizionali e nutraceutiche personalizzate: Questa è la Medicina Molecolare Personalizzata Moderna, che certamente che con l’intervento e l’aiuto di imprenditori saggi possiamo immediatamente realizzare.

*Immunoallergologo