Francesco Gugliara: “La kick boxing ti costringe a confrontarti con te stesso e superare i limiti”

Francesco Gugliara: “La kick boxing ti costringe a confrontarti con te stesso e superare i limiti”

16 Novembre 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“La boxe è qualcosa di innaturale, perché si fa sempre tutto al contrario. Invece di allontanarti dal dolore, come farebbe qualunque persona sana… gli vai incontro.” (MORGAN FREEMAN)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Francesco Gugliara.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Oggi, la situazione covid appare più distesa, consentendo la piena ripresa di tutte le attività sportive. Tuttavia, notevoli sono state le difficoltà in questi anni per il mondo dello sport. Si pensi, innanzitutto che nel 2020, le restrizioni alla circolazione, hanno impedito in toto gli allenamenti. Restrizioni affievolite solo nel 2021, in cui era permesso di allenarsi, come giusto, agli atleti tesserati. Senz’altro la situazione emergenziale dell’epoca, necessitava di un forte giro di vite, al fine di evitare il divagarsi dei contagi, ma a mio avviso, forme di tutela, per atleti e non, che consentissero la mobilità all’aperto per esercitare gli allenamenti sportivi e le attività motorie in generale potevano, e forse direi dovevano, essere previste. 

Personalmente, sebbene notevolmente in maniera ridotta, non ho mai mollato l’attività fisica, svolgendo, per quanto possibile, allenamenti in casa. Ovviamente nei limiti di ciò che era possibile fare nelle mura domestiche.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Come per moltissime attività economiche, la pandemia ha rappresentato un duro colpo per lo sport. In particolar modo per gli sport c.d. minori, i quali, non disponendo di sponsor milionari, fondano la loro esistenza sulle manifestazioni e sugli eventi sportivi. 

Invero, mia disciplina, fra le tante, per l’anno 2020 e 2021 ha subito una vera e propria paralisi. 

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ho iniziato a praticare questa disciplina giovanissimo, a 15 anni, poiché ero attratto dall’intenso confronto fisico alla base degli sport da combattimento. Solo dopo pochi mesi di allenamento, iniziai l’attività agonistica, grazie al mio maestro, Fabrizio Larocca, che è il mio maestro ancora oggi. È lui che mi ha condotto, lo scorso giugno al titolo italiano, ed è a lui che devo ogni mio successo sportivo!

In ambito internazionale, non poso che citare Carlo Pedersoli, meglio conosciuto con il nome d’arte Bud Spencer. Napoletano, come me, e orgoglioso di esserlo, è stato capace di primeggiare in tantissime discipline. La sua dedizione totale allo sport è sempre stata per me fonte di grande ispirazione.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La passione, la dedizione e l’ossessione, ancor più che il talento, unitamente allo stile di vita sano, sono la chiave dei successivi sportivi. Lo sport è merito, passione, dedizione, tenacia, e soprattutto giustizia. I sacrifici, l’impegno e, perché no, un pizzico di fortuna, non possono che dare sempre il massimo risultato. Credo che ognuno di noi debba affrontare la vita con dedizione, fissando per se stessi importanti obiettivi, che per quanto ambiziosi possano essere, non saranno mai impossibili da raggiungere. Lo sport, più di ogni altra cosa, mi ha insegnato che si vince e si perde, ma in entrambi i casi si guadagna in esperienza. 

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Ritengo che tutti i ragazzi, soprattutto nell’età adolescenziale, dovrebbero avvicinarsi ad una disciplina sportiva, qualsiasi essa sia! Oggi, protagonista indiscusso della società è sicuramente il concetto di eccesso. Il consumo smisurato che oggi viviamo più che mai di alcol, di fumo e sempre più spesso di droga, allontana sempre di più i ragazzi da un sano stile di vita. Ciò, a mio avviso non può e non deve essere mitigato con leggi più severe o con criteri proibizionisti che ingenererebbero soltanto un effetto contrario, bensì con la cultura sportiva da insegnare ai ragazzi sin dalla giovane età. Consiglio la Kick Boxing, perché è una disciplina che costringe a misurarsi con se stessi, ad esplorare e superare i propri limiti, fisici, ma sopra mentali. Mi sento di dire che cura la mente prima ancora del corpo.