Fortunato Di Noto, con la pandemia è aumentata la pedopornografia on-line

Fortunato Di Noto, con la pandemia è aumentata la pedopornografia on-line

29 Aprile 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

 

Una nuova legge approvata dalla Camera dei deputati spagnola ritarda il periodo di prescrizione in casi di abuso a minori: il calcolo inizierà solo a partire da quando la vittima avrà compiuto i 35 anni, mentre adesso comincia a partire dai 18 anni. Lo riportano i media spagnoli, che descrivono la norma come un passo avanti che situa la Spagna all’avanguardia in questo ambito. La legge, approvata con ampia maggioranza, prevede anche altre misure per tutelare i bambini in casi di violenze, situazioni che spesso finiscono nell’impunità: tra le altra cose, stabilisce la possibilità di privare della patria potestà persone condannate per omicidio o violenze su donne o minori, include reati commessi su internet, stabilisce unità specializzate nelle forze dell’ordine e prevede che le vittime debbano deporre solo una volta di fronte al giudice, all’inizio della causa, senza dover poi presentarsi nel corso del processo.

La Spagna approva, quindi, una legge pionieristica contro gli abusi sui minori. Di abusi sui minori parliamo con Don Fortunato Di Noto che ha recentemente pubblicato un libro sulla sua pervicace attività in difesa dei bambini soggetti ad abusi.

Il testo racconta la storia e l’attività di don Fortunato Di Noto, sacerdote siciliano, fondatore dell’associazione Meter, da molti anni in prima linea nella lotta alla pedofilia e alla pedopornofilia diffusa specialmente tramite Internet. Alle descrizioni e osservazioni dell’Autore sulla realtà sociale si alternano lunghi brani in cui don Fortunato parla in prima persona della propria vita, a partire dagli anni della giovinezza a Ragusa per arrivare fino a oggi, mettendo in luce difficoltà e successi del suo impegno a difesa dei bambini. Un capitolo è dedicato anche alla pedofilia nella Chiesa; l’ultimo capitolo raccoglie alcune testimonianze rese in età adulta dalle vittime stesse. (il libro è edito dalle Paoline)

Come ha affrontato Don Fortunato Di Noto la paura della pandemia ed il disagio per le indispensabili misure restrittive? 

Non credo di avere avuto paura, ho cercato, per quanto mi è stato possibile, di gestire il panico che la ‘cattiva informazione’ ha generato in molti, in tanti. La gravità della pandemia che ha strappato alla vita tanti miei amici è stata devastante e forse lo è ancora, se guardiamo a come procedono i fatti. Siamo tutti vittime e i dati mostrano come i ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri sono aumentati; povertà non solo relativa alla economia (importante) ma nelle relazioni, nella tenue solidarietà (anche se manifestata e condivisa). Mi ha preoccupato e tanto la indifferenza, la superficialità.

Questo periodo storico grave e greve ha fatto registrare un’implementazione di casi di violenza, agevolati dalla forzata convivenza in casa. In che misura queste violenze hanno riguardato i minori?

La pedofilia e la pedopornografia non temono il Covid e non hanno bisogno di vaccino, anzi. Se nel 2020 è toccato a tutti restare a casa, questo ha significato affari d’oro per chi violenta i bambini e sfrutta il materiale prodotto con questi piccoli schiavi dei tempi moderni. E per adesso contro l’abuso sui minori sembra non esistere alcun vaccino. Nel corso del 2020 Meter, attraverso il suo OS.MO.CO.P. (Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia) ha monitorato la rete e compilato precise segnalazioni che ha poi inviato alla Polizia Postale Italiana e alle Polizie estere. Questo significa che i nostri dati e link sono contati uno per uno e da essi, molto spesso, sono partite indagini a livello nazionale e mondiale che hanno portato all’arresto ed al processo – con relativa condanna – di vere e proprie reti di pedofili e pedopornografi. I link sono quasi raddoppiati rispetto al 2019: 14.521 contro 8.489. Meter constata un dato interessante, quanto sconcertante, la quantità di video denunciati è più che raddoppiata, dai 992.300 video del 2019 si è passati ai 2.032.556 del 2020. Le cartelle compresse segnalate passano da 325 a 692. Nel 2019 le immagini segnalate sono state 7.074.194, nel 2020 si rilevano 3.768.057, il dato risulta quasi dimezzato. Evidentemente le “semplici” foto non bastano più, i pedofili ricercano e producono più video per soddisfare i loro desideri malsani, la loro deviata perversione trova maggiore sfogo e appagamento nelle immagini in movimento. I video, fagocitati dai “consumatori” di pedopornografia consentono loro di entrare di più nella “scena”, di essere “partecipi” davanti ad uno schermo degli atti contro povere vittime inermi. Meter ha registrato un incremento del materiale segnalato tra febbraio e maggio 2020. In seguito alle misure di confinamento è aumentato l’utilizzo dei social media e il tempo dedicato alla rete Internet da parte dei minori. Se da un lato la Rete rappresentava l’unica modalità per rimanere in contatto con i pari, con i loro amici, per studiare e per distrarsi dalla routine domestica, dall’altro lato ha esposto i minori ai rischi online, infatti è aumentato il potenziale numero di bambini soggetti ad adescamento online.

I SOCIAL NETWORK E SERVIZI DI MESSAGGISTICA ISTANTANEA. CANALE PREFERITO DI SCAMBIO PER I PEDOFILI – Chat in salita da 323 a 456. Denunciati alla Polizia Postale Italiana, congiuntamente ad altre Polizie estere e agli stessi gestori dei servizi: 92 gruppi WhatsApp, 100 su Telegram e 262 su Facebook. Gruppi di pedofili intrattengono discussioni sul tema tramite Facebook e poi, sfruttando il collegamento con Whatsapp, scambiano il materiale su quest’ultimo per usufruire della tecnologia end-to-end che assicura la privacy dello scambio. I pedopornografi approfittano delle chat segrete di Telegram poiché consentono l’autodistruzione di video e messaggi impostando il tempo di visualizzazione concesso al destinatario del messaggio.

La sessione plenaria del Congresso spagnolo ha licenziato una legge sugli abusi sui minori che permetterà di estendere i termini della denuncia in modo che gli abusi non cadano in prescrizione. Cosa pensa Lei al riguardo?

Un abuso non cade mai in prescrizione. È una ferita, un trauma permanente, profondo e devastante: è un omicidio psicologico, quando non ha risvolti di eliminazione fisica. I sistemi giudiziari che garantiscono un processo giusto a chi è imputato ritengo che deve garantire un processo ‘celere’ e che senza ragionevole dubbio emani una condanna che dia giustizia a chi ha subito un grave reato come è quello della violenza e abuso sessuale sui minori.

La legge spagnola approvata dalla Camera che deve ora proseguire il suo iter al Senato prevede anche l’eliminazione della controversa Sindrome da Alienazione Parentale e l’obbligo per tutti i cittadini di segnalare qualsiasi evidenza di abuso sui bambini. Quando il Parlamento italiano licenzierà una legge simile e così ben articolata?

In Italia la PAS è una materia controversa, basti pensare ad una sentenza che pronuncia che ‘non è una malattia ma una condotta illecita’, basti consultare alcune sentenze (Tribunale, Milano, sez. IX civile, decreto 11/03/2017); la sentenza del 20 marzo 2013, n. 7041,  come anche (Cass. Civ. 8 marzo 2013, n. 5847) e non ultima il cambio di rotta che si è avuto di recente con la sentenza della Cassazione n. 6919 dell’8 aprile 2016, in cui la Corte ha enunciato il seguente principio di diritto: in tema di affidamento di figli minori, qualora un genitore denunci comportamenti dell’altro genitore, affidatario o collocatario, di allontanamento morale e materiale del figlio da sé, indicati come significativi di una PAS (sindrome di alienazione parentale), il giudice di merito è tenuto ad accertare la veridicità in fatto dei suddetti comportamenti, utilizzando i comuni mezzi di prova, tipici e specifici della materia, incluse le presunzioni, ed a motivare adeguatamente, a prescindere dal giudizio astratto sulla validità o invalidità scientifica della suddetta patologia, tenuto conto che tra i requisiti di idoneità genitoriale rileva anche la capacità di preservare la continuità delle relazioni parentali con l’altro genitore, a tutela del diritto del figlio alla bigenitorialità e alla crescita equilibrata e serena.

 Su questo e ben altro bisogna discutere, approfondire, comprendere, orientare, legifesare per il bene del figlio, bene supremo e che non deve essere mai ritenuto secondario. I parlamentari usino tutti gli strumenti che salvaguardino sempre la protezione dei minori, molto spesso vittime degli adulti, anche se padri e madri. Bambini contesi non certamente per amore.