Filippo Florio: “Un consiglio per i ragazzi? Tornate a giocare in strada”

Filippo Florio: “Un consiglio per i ragazzi? Tornate a giocare in strada”

27 Gennaio 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant’anni, all’aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”. (Zdnek Zeman)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un calciatore di lungo corso: Filippo Florio.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Nel periodo covid io ero lontano da casa perché giocavo in un’altra città e non è stato facile per me passare molto mesi chiusi in casa o lontano dagli affetti con la paura di non rivedere più qualche familiare. Oggi invece bisogna cercare di guardare avanti, sempre con la consapevolezza di non ripetere gli stessi errori del passato quindi cercando di alzare l’attenzione e tutelare le persone più a rischio a noi vicine.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Il sistema calcio come d’altronde tutto il sistema economico è stato ed è ancora oggi sotto enorme pressione finanziaria per colpa del Covid . Tantissimi club professionistici e non hanno avuto grandi difficoltà economiche derivate dal “periodo covid”.  Molti dei quali sono addirittura falliti o sono stati ceduti per i troppi debiti. Io personalmente dopo quel periodo ho deciso di tornare a giocare nella squadra della mia isola, della mia terra un po’ per questioni personali e un po’ perché il calcio di oggi ha perso secondo me i valori sani dello sport e va sempre più alla ricerca costante di “business”. Ma il covid ha creato molte difficoltà alla categoria dei calciatori soprattutto quelli meno tutelati come i dilettanti.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ho sempre avuto fin da piccolo il sogno di giocare a calcio e diventare un giocatore importante. Sicuramente mio padre è stato il mio primo “idolo” ed esempio. Ma io penso che un vero calciatore fin da piccolo dentro di se ha qualcosa che lo spinge ad andare oltre e superare grandi ostacoli. Sono partito dal giardino di casa dove giocavo spesso da solo sognando di ritrovarmi nello stadio della mia città il “Mazzella” pieno di gente e da lì è iniziato il mio sogno il mio percorso.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Con il talento ci puoi nascere. Ma non solo nel calcio in tutti gli ambiti della vita. Ma quel talento può rimanere assopito al tuo interno senza sbocciare mai. Il lavoro ,il sacrificio, la passione per quello che vuoi fare realmente sono i veri motori del talento. Senza questi non riuscirai mai ad arrivare in alto o a realizzarti. Ma questo non vale solo nel calcio vale anche nella vita di tutti i giorni. Quindi la forza di volontà come lei mi chiede è l’80% e il talento è il 20% cioè quella scintilla che ti fa andare oltre e ti fa salire nelle varie categorie. Ma senza quell’80 non riuscirai mai nella vita .

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi  che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Un consiglio utile ai ragazzi di oggi? Bisogna tornare a tanti anni fa. Anche se sono giovane io ho vissuto un infanzia senza telefoni e dove la tecnologia aveva un ruolo secondario. Bisogna tornare a giocare in strada o sulla spiaggia dove io sono cresciuto e sviluppare quel famoso “talento”. Bisogna tornare nel mondo reale e limitare il mondo virtuale che non esiste. Il calcio è stato e sempre sarà il mio sogno. E io penso che come cantava Ligabue “sono sempre i sogni a dare forma al mondo “ e i songi danno un senso alla nostra vita.

Quindi sognate ragazzi e imparate l’arte del sacrificio.