“Eterno visionario”, Michele Placido incanta con il racconto pirandelliano

“Eterno visionario”, Michele Placido incanta con il racconto pirandelliano

28 Novembre 2024 Off Di Fabio De Biase

Michele Placido torna dietro la macchina da presa con Eterno Visionario, un’opera che punta a raccontare l’anima complessa e tormentata di Luigi Pirandello, uno dei più grandi drammaturghi della letteratura italiana. Il film, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024 e accolto con curiosità dal pubblico, è un viaggio nella mente e nel cuore di un artista diviso tra la sua immensa creatività e le fragilità della sua vita personale.

La trama: un viaggio tra memoria e creazione

La narrazione si concentra su un momento cruciale della vita di Pirandello, interpretato da un intenso Fabrizio Bentivoglio: il viaggio in treno verso Stoccolma per ricevere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1934. Lungo il tragitto, lo scrittore si perde nei ricordi che delineano la sua esistenza, trascinando lo spettatore in un flusso di coscienza che unisce memoria, rimpianti e lampi del suo genio creativo.

Al centro del film emergono due figure femminili fondamentali per Pirandello: sua moglie Antonietta Portulano e la giovane attrice Marta Abba, le cui relazioni rappresentano due poli opposti del suo universo affettivo.

Antonietta Portulano: una performance travolgente di Valeria Bruni Tedeschi

Antonietta, splendidamente interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, è il simbolo di un amore segnato dalla sofferenza. Moglie devota ma tormentata da gravi disturbi mentali, Antonietta appare come una presenza costante e dolorosa nella vita di Pirandello, una donna la cui fragilità amplifica la tensione tra la vita privata dello scrittore e la sua arte. Bruni Tedeschi offre una performance straordinaria, riuscendo a trasmettere la complessità emotiva di una donna che, pur soffocata dai propri demoni, è profondamente legata al marito, a volte amandolo, altre volte ostacolandolo.

Marta Abba: la musa che sfida il tempo

Dall’altra parte, Marta Abba, interpretata da una magnetica Federica Luna Vincenti, incarna la libertà e la passione intellettuale. Giovane attrice e musa di Pirandello, Marta diventa il centro di un amore platonico, fatto di corrispondenze epistolari e di un’intesa artistica che ha alimentato alcune delle opere più celebri del drammaturgo. Nel film, Marta appare come un rifugio ideale per Pirandello, un personaggio che, pur rimanendo distante, lo ispira e lo sprona a superare i limiti imposti dalla realtà.

La critica: tra lodi e perplessità

Le opinioni sul film sono state variegate. Alcuni critici hanno applaudito l’approccio intimo e personale di Michele Placido, capace di restituire l’uomo dietro il mito. Secondo Cineavatar.it, il film si distingue per il suo sguardo introspettivo, che permette di esplorare il mondo interiore di Pirandello senza rinunciare al fascino della sua visione artistica.

Tuttavia, non sono mancate le critiche. Cinematographe.it ha sottolineato come l’opera, pur pregevole dal punto di vista visivo, non riesca a catturare appieno l’innovatività del “teatro dello specchio” pirandelliano. La scelta di Fabrizio Bentivoglio di mantenere un accento lombardo invece che siciliano è stata oggetto di discussione: alcuni spettatori l’hanno considerata una nota stonata in un’interpretazione altrimenti intensa e toccante.

Un’opera che emoziona e divide

Eterno Visionario è un film che, nonostante qualche limite, ha il merito di riportare l’attenzione su Luigi Pirandello, non solo come artista ma come uomo, con le sue fragilità, le sue contraddizioni e i suoi slanci di genio. Michele Placido dimostra ancora una volta la sua abilità nel creare opere che oscillano tra memoria e invenzione, invitando il pubblico a riflettere sul rapporto tra vita e arte.

Tra una moglie sofferente e una musa idealizzata, Eterno Visionario offre un affresco emotivo e potente di un uomo che ha rivoluzionato il teatro e continua a ispirare le generazioni a venire. Un film che lascia il segno, per chi sa guardare oltre le superfici.