Paolo Emanuele Quaranta, l’arte ai tempi del Covid

Paolo Emanuele Quaranta, l’arte ai tempi del Covid

24 Ottobre 2020 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

 

Purtroppo il Covid 19 incombe ancora come “la spada di Damocle” sulle nostre teste e l’incubo di un nuovo lockdown ci rimanda alla passata lunga clausura che tutto fermò, anche l’Arte. La carriera artistica di Paolo Emanuele Quaranta, attore romano-pugliese, ha subito una brusca interruzione proprio a causa della pandemia.

Dopo aver conseguito la maturità classica a Conversano, si è trasferito a Roma per studiare recitazione nell’Act Multimedia di Cinecittà, un’Accademia di Teatro, Cinema e Televisione.

Ha recitato nella commedia shakespeariana Pene d’Amor Perdute, diretta da Alvaro Piccardi,e portata in scena in numerosi teatri del Lazio tra cui il Teatro Quirino-Vittorio Gassman e il Globe Theatre di Gigi Proietti. Ha lavorato come figurante in numerosi film come Habemus Papam di Nanni Moretti e To Rome with Love di Woody Allen. Esaurita l’esperienza romana, è tornato a Mola di Bari per entrare in contatto con produzioni teatrali e cinematografiche pugliesi e con l’Apulia Film Commission che ormai è diventata la più operativa d’Italia.

Contemporaneamente ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bari ed ha iniziato a dedicarsi alla regia, realizzando progetti teatrali e cinematografici per la Scuola.

Con un cortometraggio dal nome Postami un Bacio, realizzato per la Scuola Secondaria di Primo Grado “Alighieri-Tanzi” di Mola ha conseguito un importante premio regionale.

Insegna recitazione, gestendo laboratori teatrali anche in alcuni college irlandesi ed inglesi.

Quali preoccupazioni e paure hanno caratterizzato la lunga clausura per il Covid 19 di Paolo Emanuele Quaranta?

E’ stato un colpo duro anche per me. Avevo compiuto 30 anni a fine dicembre e avevo programmato che ad anno nuovo sarei subito tornato a Roma per coltivare contatti con i quali avrei portato avanti dei progetti importanti. Arrivato nella Città Eterna stavo vivendo delle giornate intense e determinanti, e poi all’improvviso si è presentato il Covid, il quale ha interrotto e annullato i miei progetti e mi ha riportato in Puglia.

Il primo mese di quarantena è stato davvero doloroso perché ero sofferente della perdita e interruzione dei progetti, e che non c’era niente che mi tenesse impegnato, poi lentamente le cose sono iniziate a migliorare. Rinchiuso a casa, oltre a realizzare un puzzle difficilissimo di 1000 pezzi, ho fatto molte chiamate e mandato molte mail, anche a New York, dove avevo vissuto un’esperienza anni fa, e queste persone che ho rintracciato, mi hanno affidato dei lavori da svolgere in smart working, come leggere e tradurre sceneggiature da promuovere successivamente. Questo mi ha tenuto impegnato e speranzoso per il futuro.

La ripresa delle attività teatrali e cinematografiche è ancora lenta e difficile. Quale orizzonte lavorativo si prospetta per un giovane attore impegnato come te?

Strano a dirlo ma al momento anche se la situazione nel mondo è ancora difficile da gestire, e c’è il timore imminente che possa verificarsi un secondo lockdown, sto vivendo un periodo sereno, perché i progetti nei quali ero coinvolto e che erano stati interrotti, ora si stanno ripristinando. Mi auguro davvero di riuscire a portarli a termine, anche se tra mille difficoltà.

So che l’attrice Karin Proia ha messo in atto un’iniziativa importante a sostegno degli operatori del settore teatro, film e spettacolo, in difficoltà a causa della pandemia. Ci sono già dei riscontri importanti?

Karin Proia, con la sua lodevole iniziativa del “Registro Professionale di Attori e Attrici Italiani”, lotta per un problema che riguarda e ha sempre riguardato gli attori del nostro Paese. Siamo una “categoria” bistrattata, senza diritti e tutele.

Anche se apparteniamo alla categoria dei lavoratori dello spettacolo, noi attori non abbiamo giuridicamente la stessa considerazione dei professionisti degli altri campi.

La pandemia ha messo a dura prova tutto il settore dello spettacolo e proprio recentemente a Milano c’è stata una protesta silenziosa da parte dei rappresentanti del settore per denunciare la crisi che ha colpito questi lavoratori.

Tra le altre iniziative c’è stata anche quella di diversi attori affermati che hanno donato parte del loro stipendio ai loro colleghi meno noti e fortunati o ai componenti delle troupe del film in cui hanno lavorato. Sono piccoli gesti che ci aiutano a essere uniti e compatti.

Non so quanto questi contributi possano sollevare economicamente e serenamente le persone in crisi, ma venire a conoscenza di questi aiuti ci mostra comunque un interesse di aiuto e altruismo.

L’augurio è che le istituzioni non si dimentichino di noi e adottino misure efficaci e durature a nostra tutela.

La ripresa delle attività scolastiche è difficile e complessa, credi che il tuo contributo ad iniziare i giovani al mondo della recitazione possa continuare, nonostante i distanziamenti e l’uso delle mascherine?

Assolutamente sì. La passione è un fuoco che ognuno di noi ha. Chi ha una forte passione e un desiderio da voler realizzare non è tanto una persona comune, ma un guerriero, e deve quindi lottare per coltivare i suoi interessi e realizzare i suoi sogni, nonostante tutte le difficoltà. Nessuno lo può fermare e da qui si riconosce una vera passione.

Vorrei adesso riportare delle citazioni cinematografiche e non, che possono darci forza e coraggio in questo periodo.

Einstein diceva: “E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.”

Rocky Balboa diceva: “Nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi, e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Così sei un vincente!”.

In BATMAN BEGINS di Christopher Nolan, Thomas Wayne dice al figlio: “Sai perché cadiamo, Bruce? Per imparare a rimetterci in piedi.”