Elio Aliberti, lo sport mi ha insegnato a non arrendermi mai

Elio Aliberti, lo sport mi ha insegnato a non arrendermi mai

12 Maggio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Sembra che con la Primavera sia davvero ritornata la Vita. Una vita da vivere con una moderata libertà, ma sicuramente più interessante della clausura forzata, ma indispensabile. Lo Sport, anche quello dilettantistico, sta timidamente ripartendo.

Parliamo della ripresa con un calciatore di lungo corso Elio Aliberti, Laureato in Scienze Motorie; vincitore campionato serie B con Poggiomarino; Real San Giuseppe, serie c1; Real Ottaviano, vittoria campionato serie c1; Progetti San Giuseppese, squadra attuale con la quale l’anno scorso ha vinto il campionato di serie D vincendo tutte le partite. 

Come ha vissuto e vive Elio Aliberti la paura della pandemia ed il disagio per le inevitabili/indispensabili misure restrittive?

Il momento storico che ci siamo ritrovati ad affrontare, ha spiazzato un po’ tutti, ha cambiato drasticamente le nostre abitudini, facendoci rivalutare e comprendere alcuni valori che abbiamo dato per scontato, sottovalutandoli per troppo tempo. Il virus si è propagato a macchia d’olio, prendendoci alla sprovvista ed il mio timore più grande era legato alla mia famiglia e alle persone a me care. Per quanto riguarda le restrizioni, inizialmente non mi sono pesate molto, anche perché pensavo si trattasse di una misura temporanea e soprattutto perché speravo che in tal modo, si riuscisse a contenere il contagio. Dopo aver stravolto le nostre vite e le nostre abitudini, queste ultime hanno iniziato a pesare; mi mancava allenarmi con la mia squadra e vivere il clima del pre e post-partita.
Quanti danni hanno arrecato al calcio dilettantistico la pandemia, la clausura e la confusa/cattiva gestione politica?

Non è stato sicuramente piacevole bloccare il campionato nella sua fase clou, però abbiamo rispettato le disposizioni in merito, al fine di tutelare noi e gli altri. Il danno maggiore lo hanno avuto sicuramente gli under, poiché non hanno potuto disputare più di un campionato, perdendo così la possibilità di crescere e mettersi in mostra. Per non parlare poi delle società che hanno investito tanto denaro e di tutti quegli atleti che giocano per passione. Per quanto concerne la gestione, non li biasimo sull’organizzazione del primo lockdown, poiché inaspettata anche per loro, ma non mi sento di giustificarli anche per le successive disposizioni. Avrebbero potuto fare di più.
Il talento ti fa vincere una partita. L’intelligenza e il lavoro di squadra ti fanno vincere un campionato. (Michael Jordan) Cosa Le ha dato lo Sport in termini di crescita personale, sociale e professionale?

Per me lo sport è vita, è fondamentale ai fini educativi e sociali e dovrebbe essere praticato a tutte le età. Da sempre mi ha insegnato a non arrendermi, a resistere nonostante le avversità e mi ha permesso di conoscere tanta gente. Credo fermamente che lo sport sia un antidoto infallibile; ha il potere di aiutarti nei momenti bui, infondendoti speranza e valori. Oggi sono anche un docente dell’ISIS Vittorio Veneto di Napoli che abbraccia i comuni di Secondigliano e Scampia, due realtà difficili dove ci sono ragazzi che sono dovuti crescere in fretta. Questo mio credo, ho cercato, e cerco tutt’ora, di diffonderlo ai miei studenti, organizzando tornei e partite di beneficenza. Difatti, prima del lockdown, grazie al supporto dei Dirigenti Scolastici, abbiamo organizzato una partita di beneficenza tra due istituti di Scampia: il Vittorio Veneto ed il Galileo Ferraris, riuscendo così a coinvolgere migliaia di ragazzi, all’insegna dello sport e dell’aggregazione.
Continuerò a portare avanti questa mia passione, sperando di poter tornare quanto prima alla normalità
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