Davide Volpe: “Lo sport potentissimo strumento di conoscenza di sé stessi e del mondo”

Davide Volpe: “Lo sport potentissimo strumento di conoscenza di sé stessi e del mondo”

17 Ottobre 2021 0 Di Pasquale Maria Sansone

La Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) consiste in un nuovo modello di cura della persona che si occupa dell’interazione reciproca tra il comportamento, l’attività mentale, il sistema nervoso, il sistema endocrino e la risposta immunitaria degli esseri umani. Non esistono più solo fattori come ad esempio la contaminazione batterica a causare malattie, ma anche i fattori psicosociali su cui è possibile intervenire.

Per realizzare quindi un’opportuna prevenzione quanto spazio della nostra vita dovremmo riservare alla cura del nostro fisico ed alla cura della nostra anima?

Possono ad esempio il fitness coniugato con l’arte drammatica e la poesia contribuire a farci stare bene?

Ne parliamo con Davide Volpe: docente, attore, poeta e performer. Insegna Scienze Motorie e Sportive al Liceo Classico Dante Alighieri (Roma). Si è occupato per circa 10 anni di Fitness lavorando come Personal trainer; ha scritto quattro paragrafi di un libro che è stato venduto in tutt’Italia dal titolo “Obiettivo Ipertrofia”; ha avuto una sua rubrica domenicale su Radio Lora (Svizzera) dal titolo “Dott.Fox Wellness&Fitness”; Attualmente si sta occupando di Poesia performativa: scrive e performa i suoi testi poetici in tutta Italia. Si occupa di Slam Poetry: gare di poesia tra poeti (è finalista regionale Campania, finalista regionale Sicilia, finalista nazionale a Milano).
Frequenta la scuola di recitazione “Teatro Azione” per proseguire la sua ricerca teatrale.

“Ogni uomo in buona salute può fare a meno di mangiare per due giorni; della poesia, mai.” Baudelaire la pensava così, per Lei cosa rappresenta questa stupenda forma dell’arte?

Non so se la definirei stupenda. Vivo un rapporto conflittuale con la Poesia. E’ a tutti gli effetti una relazione che lascia poco spazio al resto se non alla parte più insulsa della giornata, quella del quotidiano e questo per la maggior parte del tempo è frustrante, angosciante, deprimente. La Poesia per me è il rigurgito della solitudine, condizione che sento di vivere per lunga parte della giornata. Non saprei cosa farmene della solitudine se non pensassi continuamente a qualcosa da scrivere che trasformi le emozioni in qualcosa di concreto, di fisico, di godibile ai sensi.

La Poesia è l’atto autoerotico per eccellenza.

Lei coniuga mirabilmente la cura del fisico con quella dell’anima. Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute?

 

Il valore più alto che posso attribuire in una scala numerica. Su questo sono di natura greca. Quando non vivo una buona relazione con il corpo sento come se il mondo si spezzasse in due parti di cui a me spetta quella centrale, quella dell’inconsistenza, del non sentirsi né carne né pesce, come stare in mezzo al mare sospeso in attesa di approdare sulla terra di nessuno. Il corpo parla una lingua tutta sua che la mente deve imparare a riconoscere altrimenti si rischia di andar incontro a guai seri. In questo l’attività fisica, se vissuta in modo consapevole è un potentissimo strumento di conoscenza di sé stessi e del mondo.

Quanto la poesia e l’attività sportiva hanno contribuito a sostenerla nel lungo periodo del lockdown causato dalla pandemia?

Totalmente. Erano le uniche due attività a cui dedicavo quei giorni dove la vita sembrava aver premuto il tasto pausa per la prima volta in trent’anni. Ho avuto la fortuna di chiudere una bella relazione durante il primo lockdown, evento che mi ha permesso di tirar fuori qualche poesia che è pur sempre un bel momento nella vita di chi scrive specie quando sono mesi in cui non ti esce nulla per cui valga la pena rileggere i tuoi fogli per più di tre secondi.

“Il requisito fondamentale per un grande attore è che si piaccia quando recita.” Quanto è vera per Lei questa affermazione di Charlie Chaplin?

Charlie Chaplin è stato un grandissimo intellettuale che ha scelto la forma artistica per esprimere la tragedia dell’esperienza umana. Le frasi di questi grandi artisti vanno pesate tanto quanto è pesante l’eredità che lasciano.

Trattarle da aforismi è un giochino ingenuo dal quale rifuggo ogni qual volta ne fiuto il pericolo. Io che non sono un grande attore posso parlare solo di quanto sperimento da anni sulla mia pelle ovvero la frustrazione di non piacermi mai. Tendo senz’altro alla perfezione, al massimo, che credo corrisponda a quel piacersi di cui parla Charlie e lo faccio dando tutto quanto c’ho dentro in qualsiasi occasione mi sia concesso esprimerlo, provando a dare anche quello che non ho sapendo di non poterlo dare.

Provate ad immaginare solo per un attimo quanto sia frustrante.

Posso garantirvi che in tutta la mia vita però non ho sperimentato frustrazione più nutriente, più eccitante, frustrazione migliore per cui valga realmente la pena dirsi: “continua così, continua così che sta andando bene anche quando non sta andando bene, continua così che la vita è un gioco che merita di essere giocato con tutta la passione che hai in corpo anche quando non sembra esserci nessun motivo valido per giocare, non dimenticarlo, non dimenticarlo mai, capito?”.