Dare voce a chi ha ricevuto il dono

Dare voce a chi ha ricevuto il dono

12 Aprile 2019 0 Di Alessandro Magliulo

Più e meglio di qualsiasi addetto ai lavori, i racconti di chi vive grazie al gesto di generosità di qualcuno che ha deciso di far nascere la vita dalla morte.

Domenica prossima è la Giornata nazionale della donazione. Anche in vista di questo appuntamento l’incontro di oggi, nell’aula magna dell’Azienda ospedaliera dei Colli, sulle delicate tematiche dei trapianti d’organo. Questa volta però la “telecamera” ha cambiato inquadratura: il mondo della scienza ha ceduto il passo alle testimonianze di chi è stato richiamato ad un’esistenza “normale” in virtù di un intervento di trapianto.

All’evento hanno preso parte, tra gli altri: il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera dei Colli, Antonio Giordano; il direttore del Centro regionale trapianti, Antonio Corcione; Gianluca Santise, autore del libro “Cento battiti”. “Un cuore trapiantato batte sempre allo stesso modo. Cento battiti al minuto, fissi, costanti, imperturbabili… è proprio il cuore a raccontarlo…” È uno degli spunti, riportato anche nella locandina di presentazione dell’evento, tratto dal romanzo di Santise, medico cardiochirurgo nato a Napoli da padre catanzarese, che nella sua opera racconta di un trapiantato e delle sue ossessioni. Un viaggio psicologico nella malattia: “Dalla guarigione alla speranza; dall’adattamento alle medicine alla morte vista da vicino, fino alla vita che sboccia”.

Ma alla fine i protagonisti sono stati loro: la mamma di Alessio che ha raccontato la storia del figlio, ricoverato a luglio e, per cinque mesi, attaccato ad una macchina (il Berlin heart – cuore artificiale) che lo ha fatto sopravvivere. Poi a gennaio il trapianto che lo ha riportato ad una vita “normale”. E poi la signora Anna, trapiantata due volte di cuore. Il primo è durato un anno e mezzo e il secondo lo ha ricevuto 14 anni fa. Sulla diatriba relativa all’opportunità del trapiantato di conoscere o meno il donatore, lei dice la sua ed è netta: “Non se la sente di sapere chi è”. Sono state queste testimonianze a dare il la alla manifestazione. Ed è giusto così.