Danilo Savio: “Avere la giusta perseveranza e dedizione è ciò che fa la differenza”

Danilo Savio: “Avere la giusta perseveranza e dedizione è ciò che fa la differenza”

25 Ottobre 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone
“Giocare negli spazi stretti, ad esempio in quello che i brasiliani chiamano futsal, e gli italiani calcio a 5 o calcetto, è molto utile perché sei continuamente portato a esercitare la tecnica”. (José Altafini)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Danilo Savio.

La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?

Ormai il periodo brutto del covid sembra sia diventato fortunatamente un brutto ricordo sono stati due anni in cui il mondo dello sport è stato succube di questo virus che ha condizionato ogni sportivo alla chiusura nei periodi di forte lockdown.

A me personalmente stare lontano dal mondo del pallone mi ha fatto sentire chiuso in una gabbia ed ogni giorno ero fiducioso che più il tempo passavo più ci sarebbe stata la speranza a tornare a divertirmi facendo quello che più mi piace fare cioè giocare a calcio.

Quando durante la fase di emergenza  hanno iniziato a mettere le restrizioni su allenamenti, attività individuali all’aria aperta piano piano si è ricominciato a vedere uno spiraglio di luce dopo un periodo di buio totale ed io ne ero molto felice e ancora di più sentivo che a piccoli passi, come alla fine è stato, si sarebbe tornati alla totale libertà.

Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità?

Il mondo politico purtroppo ha limitato in maniera molto considerevole quello che per molti oltre ad essere un semplice divertimento in tanti ambiti è considerato un lavoro ed ha fatto sì che un grande parte di persone che vivono per questo sport sono stati costretti allo stop forzato.

Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?

Sono figlio di due sportivi, tra cui mio padre è stato un ex calciatore, posso dire che la voglia di fare sport sin da piccolo appartiene e scorre nel mio sangue.

Nella mia mente risale il ricordo di come era bello passare i pomeriggi assieme a papà e mio fratello a giocare a calcio è da lì in un piccolo prato che è iniziata a nascere la mia passione per il calcio. 

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Porsi sempre degli obbiettivi e superarli ed avere quella continua costanza, perseveranza e dedizione  in questo mondo fa tanto ma non solo anche nella vita io ragiono alla stessa maniera perché ogni esperienza ti forma a 360 gradi in ogni ambito ed occasione.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?

Se dovessi dare un consiglio ai ragazzi più giovani mi sento di dire di non mollare mai e di buttarsi in ogni occasione che capita perché i treni passano e vanno presi ed ogni cosa che succede bisogna farne un bagaglio personale di esperienze che sicuramente aiuterà nell’ambito sportivo ma soprattutto farà crescere tanto anche a livello umano, io che in questi ultimi anni mi sono avvicinato al mondo del futsal do come consiglio ai ragazzi che magari stanno iniziando ad avere dei primi approcci con questa fantastica disciplina mi sento di dire di dedicarsi e di non smettere mai d’imparare e ascoltare tanto da chi di questa disciplina sa tanto, perché come il calcio a 11 il c5 regala tante esperienze e caccia molte soddisfazioni.