Covid-19 e feste patronali, salta la ricorrenza di Santa Lucia

Covid-19 e feste patronali, salta la ricorrenza di Santa Lucia

13 Dicembre 2020 0 Di Miriam Perfetto

Il 13 dicembre la Chiesa festeggia Santa Lucia. La parrocchia di Santa Lucia di Sorrento come anche quella di Sant’Agnello, questo anno, dovranno sacrificare riti e festeggiamenti per evitare che il covid, virus e nemico invisibile, possa diffondersi anche in ambito religioso. Il 13 e il 14 dicembre in penisola sorrentina si rende omaggio, da sempre, rispettivamente a Santa Lucia e a Sant’Agnello. E’ vivo tutt’ora il detto “e me’ ferratavenne ma e fratem’ e neniello tremmatavenne”. In realtà tra i due Santi vi è un intervallo di circa duecento anni, ed è difficile stabilire come la tradizione sia giunta ad unire un Santo napoletano con una Santa siciliana. Lasciando da parte la leggenda, si può dire che è più verosimile la discendenza della famiglia di Sant’Agnello da quella di Santa Lucia, che la fratellanza dei due Santi; è possibile che i parenti della Santa Martire si trasferirono da Siracusa a Napoli tra la fine del V e il principio del VI secolo. Durante la persecuzione di Diocleziano, Lucia subì il martirio a Siracusa. Secondo la Passio, Lucia era una giovane ricca siracusana, già promessa in sposa a un suo concittadino. Rimase orfana di padre a soli 5 anni; la madre era malata, soffriva di forti emorragie da cui non riusciva a guarire. Lucia, devota cristiana, convinse la madre ad andare a Catania per pregare sul sepolcro di Sant’Agata e implorare la grazia della guarigione. Le apparve la Santa assicurandola dell’esaudimento della sua preghiera e preannunziandole il suo martirio. Tornata a casa decise di restare Vergine. Il fidanzato, irritato, la denunciò come Cristiana al Prefetto Pascasio che la fece chiamare al suo tribunale ma, tornate inutili le minacce e le esortazioni, ordinò che la Vergine fosse punita. Lucia fu condotta in un luogo infame dove per quanti sforzi si facessero, né uomini e né buoi riuscirono a smuoverla di un solo passo. Fu allora cosparsa di un materiale incendiario ma il fuoco non la sfiorò, infine fu trafitta con un pugnale. Lucia, prima di spirare, ebbe anche il tempo di preannunziare la prossima pace, che sarebbe venuta alla Chiesa con l’abdicazione di Diocleziano. Era il 13 dicembre del 304 e da quel giorno questa data è dedicata alla Santa Martire. La madre di Lucia, Eutichia, seppellì la figlia e sulla tomba fece scolpire una colomba, portatrice della pace che Lucia aveva profetizzato.
Poco tempo dopo, infatti, fu data la pace alla chiesa cristiana da Costantino.
Nel punto dove la martire aveva reso l’anima a Dio, fu eretto un tempio e il culto di Santa Lucia si diffuse rapidamente in tutta la cristianità. Lucia è invocata come protettrice della vista e contro tutte le malattie riguardanti la cecità. L’iconografia la suole rappresentare con un vassoio in mano contenente un paio di occhi. Di tutta la leggenda l’episodio che ha più colpito la fantasia popolare è quello degli occhi che Lucia si sarebbe strappati ed inviati in un vassoio al Prefetto Pascasio. Tuttavia, questo episodio non si legge nella Passio, e non si inserì che più tardi nel racconto della vita di Lucia, trasportatovi, a quanto pare, da racconti leggendari di un’altra Lucia.  La connessione di Lucia con la rappresentazione degli occhi sarebbe stata suggerita dal nome della martire Lucia, sinonimo di luce, per questo invocata nelle malattie degli occhi che della luce si servono per vedere. Lasciando da parte le varie interpretazioni, abbiamo una unica certezza, questa Santa siciliana è la protettrice degli occhi e a Lei si ci rivolge per salvaguardare la vista da tutte le malattie oftalmiche.