Claudio Fazio, la forza di volontà è tutto, nella box come nella vita

Claudio Fazio, la forza di volontà è tutto, nella box come nella vita

28 Gennaio 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Una puntatina nel mondo del pugilato dilettante la facciamo con Claudio Fazio, tesserato con la società A.S.D. Audace Boxe Roma che, su otto gare ufficiali, vanta un ottimo risultato  di  sei vittorie e due sconfitte.

L’ultimo match il pugile romano l’ha disputato in terra straniera a Nizza in Francia uscendone vincitore  mentre a giorni combatterà per il so nono incontro a Roma.

La fase pandemica più acuta sembra essere ormai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello Sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Devo dire che come tutti ho riscontrato dei danni a causa della situazione Covid per quanto riguarda la socialità e l’ambito lavorativo. È stato sicuramente un  momento complicato per ognuno di noi. Io, per esempio, inizialmente persi il lavoro a causa delle restrizioni, però la perdita più importante che ho dovuto affrontare è stata nel campo sportivo. Infatti persi addirittura la motivazione a fare sport a causa della intempestiva chiusura di tutte le palestre. Credo che le organizzazioni  che si occupano del corretto svolgimento delle attività agonistiche avrebbero potuto effettuare un lavoro più accurato, pensando anche ai bisogni di chi con lo Sport doveva vivere.

Ma  d’altronde la situazione in cui ci siamo ritrovati ci ha colto tutti alla sprovvista per cui sono comprensibili gli errori di gestione. La stragrande maggioranza delle gare agonistiche veniva rinviata o addirittura cancellata. Questo ha causato non pochi danni al settore del pugilato che in Italia già è visto come uno Sport marginale. Di conseguenza tentare di riprendersi da tutto ciò è stato duro, sia per i singoli atleti che per lo Sport nel suo complesso.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo Sport, soprattutto a quello, cosiddetto minore. Cosa è successo, in particolare nella sua specialità?

Come accennato prima il pugilato in Italia è uno sport poco considerato e così è stato soprattutto in quel periodo. Per quanto mi riguarda credo che le chiusure delle palestre e gli annullamenti degli eventi in maniera così radicale siano stati poco equilibrati se vengono messi a paragone con gli stop dati ad altri sport per i quali c’è maggiore interesse economico. La ripresa è stata lenta ma grazie a poche persone che ci hanno creduto, promoter e finanziatori, specialmente in ambito professionistico si è riusciti a tornare ad una situazione migliore anche se c’è ancora molta strada da fare.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? O si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ho iniziato a praticare questo sport perché sono cresciuto in un contesto violento e da lì è nata la necessità di imparare un modo efficace per difendermi. In generale sono sempre stato affascinato dagli sport da combattimento perché penso che rappresentino delle efficaci modalità per misurarci con noi stessi. L’attività agonistica è arrivata in un secondo momento. Dopo aver acquisito le basi e dopo aver fatto tanta pratica è arrivata la voglia di competere con altre persone che cercano, a loro volta, di migliorarsi a livello sportivo e personale. Che si vinca o si perda si riesce sempre a crescere ed a trarre un insegnamento da una competizione sportiva.

 Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è tutto, come nel pugilato così nella vita. Il pugilato non è nient’altro che un mezzo che abbiamo, come tanti altri, per vincere noi stessi e superare i nostri limiti. Non ci sono scorciatoie, bisogna lavorare duramente per ottenere dei risultati e questo vale in ogni campo, ma lo Sport è un esempio paradigmatico di quanto è vera questa affermazione.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Consiglierei innanzitutto di affidarsi a palestre ed allenatori seri e certificati, mettendo sempre la sicurezza al primo posto. Consiglierei di avere costanza e di non avere fretta saltando gli stap. Quello del pugilato è un percorso formativo eccellente, specialmente se iniziato ad una tenera età.