Christian Marco Califano, l’inesorabile agonia del mondo dello sport… per Covid

Christian Marco Califano, l’inesorabile agonia del mondo dello sport… per Covid

29 Gennaio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Il Governo è in crisi, ma la crisi dei politici…non è paragonabile alla crisi economico-finanziaria di tanti lavoratori, che hanno dovuto sospendere, sine die … le loro attività. Parliamo,in particolare, dei gestori delle palestre. Sappiamo che, nonostante la crisi…è in  corso il confronto tra il ministro dello Sport Spadafora e il Cts per l’elaborazione delle nuove linee- guida. L’obiettivo è consentire l’apertura almeno per le lezioni individuali. Un’eccezione, con l’apertura di queste attività, potrebbe essere fatta per le “zone bianche” da istituire. Si tratta ancora di una soluzione parziale allo studio in quelle aree del Paese con Rt sotto lo 0,5.

Ma è giusto impedire a molte migliaia di persone di offrire un utile e benefico servizio alla comunità?

 A tal proposito, vediamo qualche numero del settore: circa 70.000 Personal Trainer (o preparatori), circa 130.000 laureati in Scienze Motorie. Circa tra le 9.000/10.000 palestre (aperte come società).

Ne abbiamo parlato con un esperto del campo molto qualificato: Christian Marco Califano, dottore in Scienze Motorie, Personal Trainer, Operatore certificato BLSD, Formatore M.I.VA.S.S. – Settore Body Building, TECHNOGYM KINESIS TRAINER, Tecnico Nazionale Ginnastica Posturale CONI, Operatore Massaggio Sportivo ACSI-CONI, Educatore Alimentare per lo Sportivo e per il Fitness ACSI-CONI, Certified Instructor CXWORX Les Mills, Certified Instructor TONE Les Mills, Advanced Certified Instructor BODYPUMP Les Mills, Certified Instructor STEEL COMBAT Steel Programs, Certified Instructor STEEL TRAINING Steel Programs, Preparatore Atletico Sport di Squadra ACSI-CONI, Preparatore Atletico e giocatore “Sammaritana Basket 2011 ASD” – per 5 stagioni, Preparatore Atletico “Paganese Calcio – Squadra Berretti” – Stagione 2012-2013, Preparatore Atletico “Salernitana Calcio 1919 – Squadra Primavera” – Stagione 2009-2010, Massaggiatore “Pro Scafatese Calcio 1922” – Stagione 2013-2014, Istruttore FIF qualificato in Body Building, Circuit Training e Cardiofitness, Istruttore Power Pump FIF, Istruttore Total Pump MAF, Strike Zone Trainer MOMA TRAINING_S1, Master Instructor Cardio Dance Combat, Tecnico Specializzato nell’allenamento per le donne FIF, Educatore Alimentare FIF, Personal Trainer Technogym, Personal Trainer Fit@Home.

Come ha vissuto e vive Christian Marco Califano la paura del contagio ed il disagio legato alle indispensabili misure restrittive?

A dire il vero non ho mai avuto paura eccessiva del pericolo di contagio ma non perchè io ritenga il COVID-19 un “finto nemico”, anzi ho sempre nutrito un grande “rispetto” per la potenza infettiva del virus, adottando comportamenti responsibili e rispettando tutte le misure di contenenimento dettate dai vari dpcm. Inutile negare che, inizialmente, ho dovuto “inculcare” la mentalità del “proteggi te stesso e rispetta la salute altrui” a tante persone, visto che in molti pensavano fosse “solo una forte influenza”. I disagi poi, si sono palesati quasi subito e, seppur molteplici, hanno avuto un forte impatto negativo per l’intera comunità: in primis quelli legati alla salute, con innumerevoli casi di contagi più o meno gravi ed un tasso di mortalità decisame importante. Quindi quelli lavorativi con attività di ogni genere significamente colpite e martoriate in più momenti; quelli inerenti all’impatto emotivo-psicologico su bambini, anziani e categorie protette, fino ad arrivare a quelli che in questo momento mi preme di più, l’accanimento ingiustificato verso l’attività motoria e la pratica sportiva.

Quali misure, veramente efficaci, potrebbero consentire la riapertura in sicurezza delle palestre?

E qui, a mio avviso, tocchiamo un tasto veramente dolente che, con una lenta agonia, sta portando il settore sportivo italiano di base, amatoriale e professionistico (in alcuni casi…), ad una morte quasi certa.
Potrei sembrare di parte ma credo che in Italia, e forse anche in gran parte dei paesi investiti dalla pandemia, nell’arco di questi mesi il nostro settore sia stato secondo solo a quello della sanità pubblica e privata, viste le tante misure restrittive adottate (igienico-sanitarie, protettive, gestionali e controllo) nonostante l’importanza che l’attività motoria comporta in termini di benefici sulla salute delle persone. Perchè dico questo? Prendendo ad esempio le tanto demonizzate palestre: ci è stato chiesto contingentare gli ingressi alle strutture; ridurre il numeri dei presenti in contemporanea all’interno degli ambienti in base alle superfici disponibili e ai distanziamenti; schedare ogni socio-utente-atleta ad ogni accesso, rilevando temperatura corporea, ora di ingresso e uscita dalla struttura, trascrivendo il tutto in appositi registri; sostenere ingenti spese economiche per l’acquisto continuo di gel igienizzante per le mani, saponi antibattercidi e igienizzanti per tutte le attrezzature, sistemi di rilevamento della temperatura corporea e dispositivi protettivi per dipendenti e collaboratori; costi di gestione per l’attivazione di applicazioni o piattaforme web per l’obbligo di prenotazione per potersi allenare; richiesta di sanificazioni obbligatorie random e di utilizzare prodotti specifici per le pulizie giornaliere e speciali. E a cosa è servito tutto questo? Beh, proprio a nulla, se non a farci “prendere in giro” e ad essere “minacciati” una settimana prima della chiusura definitiva, nonostante nessun focolaio è mai emerso in una struttura sportiva e nessun controllo ha mai riscontrato pericoli per la salute negli ambienti adibiti all’attività sportiva e motoria. Potrei elencare ancora tante cose, come la conseguente riduzione della “forza lavoro” che, giocoforza, le varie strutture hanno dovuto adottare (vista la poca affluenza da parte degli utenti) per incidere meno sui costi gestionali: manovre che, allo stesso tempo, hanno però inciso significativamente sulla situazione economica personale di tutti gli addetti ai lavori. Mi sono permesso di dilungarmi un pò su questo specifico punto (mi scuso per questo), ma ritengo che sia stato di fondamentale importanza per poter rispondere con un “quesito opposto” alla vostra domanda: secondo voi, esistono altre attività attualmente “attive” (seppur con limitazioni…) che possano ritenersi più sicure.
Secondo Lei quanti ulteriori danni arrecherà al settore la chiusura imposta dal nuovo dpcm?
La risposta a questa domanda è già presente nella stessa e, come dice una famosissima canzone napoletana, “…Nun c’è bisogno ‘a zingara p’andiviná…”: tra quelli già visibili e quelli che progressivamente si stanno manifestando, questa nuova imposizione potrebbe portare ad una significativa “modificazione” di tutto il mondo sportivo, al fattore sociale e allo stato di salute della popopolazione.
Purtroppo, i “tratti somatici” di questo settore, sono in parte già cambiati e continueranno a farlo.
In questi mesi molte realtà sportive (individuali come i PT e private o pubbliche come palestre, piscine, centri e associazioni sportive) hanno subito ingenti danni economici, affrontando problematiche di diversa natura e cercando di sopravvire in un limbo di incertezze e paure: in base ai territori, molte hanno già chiuso i battenti e, probabilmente, la lista continuerà ad allungarsi; tante dovranno rivedere la loro posizione nel mondo sportivo, reinventandosi e ricollocandosi in modo diverso per poter continuare a sopravvivere; molti collaboratori sportivi, trainer e allenatori (sicuramente non le figure che dello sport hanno fatto il proprio e unico lavoro…) impiegheranno la loro “forza lavoro” in qualcosa di più o meno sicuro, per poter avere un ritorno economico che gli permetta di accudire la famiglia e di vivere (o sarebbe meglio dire sopravvivere?) in maniera dignitosa.
Tutto questo continuerebbe a infliggere gravi ferite a livello psichico nelle persone:l continuare a non potersi abbracciare o salutare come sempre, il divieto di stare insieme liberamente in famiglia o con gli amici, il non poter riprendere le abitudini pre-pandemiche in tutta libertà, non sta facendo alto che aumentare, passatemi il termine, quel bisogno di “socialità” che prima si dava per scontato e quasi non se ne conosceva l’esistenza. Infine, ma solo in ordine di argomentazione, secondo il mio punto di vista, il pericolo continuo a cui è stata e sarà sottoposta la salute della popolazione, è un problema che ha assunto un’importanza di un certo rilievo: una spada di Damocle che, da un momento all’altro, potrebbe violentemente cadere.
Il nostro settore è sempre stato di primaria importanza per la prevenzione di tante patologie, per l’educazione ad uno stile di vita sano, per un’indottrinamento alla disciplina, al rispetto, al lavoro e alla dedizione verso tutto quello che gira intorno all’attività fisica e sportiva in generale. In questi mesi lo stato di salute delle persone è stato messo a dura prova dal covid-19 e, allo stesso tempo, una coppia di nemici, silenziosa e non appariscente, gli ha dato man forte: la sedentarietà obbligata e l’aumento del livello di obesità negli italiani.
Ora, stando a tutte le evidenti problematiche per il settore e per gli utenti, mi sorge spontanea una domanda: pensate davvero che l’ultima trovata governativa, ovvero quel “Passaporto Vaccinale” di cui tanto si sta parlando, sia la soluzione a tutti problemi? Ve lo dico io: ASSOLUTAMENTE NO, servirà solamente a “ghettizzare” ancora di più il settore dello sport e del movimento per la salute, già ingiustamente demonizzato da quasi un anno. Questa mia risposta non è data da un mio “essere contro” al vaccino anzi, quando sarà possibile, lo farò sicuramente per proteggere in primis la mia famiglia, poi chiunque rientra nella sfera delle mie conoscenze e, infine me stesso. Questo “lasciapassare”, non sarà altro che l’ennessima coltellata al fianco che il mondo sportivo riceverà, un fendente che difficilmente potrà schivare e che, molto probabilmente, sarà il colpo di grazia alla sua sopravvivenza.
Vi lascio facendo un appello a tutti i colleghi e a tutti coloro che vivono di sport e per lo sport: noi “adddetti ai lavori” porteremo sempre avanti la nostra Health Mission (anche se ci ostacoleranno o ci indurranno a mollare) perchè crediamo e crederemo sempre negli innumerevoli fattori positivi dell’attivitità fisica; voi invece continuate a “muovervi” e a seguire sempre uno stile di vita sano, solo così la nostra voce potrà riecheggiare nelle alte sfere e far capire a tutti l’importanza ricoperta dal mondo sportivo e motorio, nell’ambito della prevenzione della salute.