Chirurgia epato-biliare, specialità carente nel casertano

Chirurgia epato-biliare, specialità carente nel casertano

11 Febbraio 2020 0 Di Franco Martino*

L’Associazione trapiantati di fegato di Terra di Lavoro denuncia la grave carenza assistenziale per i trapiantati e trapiantandi epatici nella provincia casertana.

 

Franco Martino

Gentile direttore, desidero prendere spunto dall’articolo di ieri pubblicato sul Suo autorevole giornale, dal titolo: “Moscati” di aversa, bando chirurgia tutto da rifare; allo scopo di esprimere alcune mie considerazioni, in qualità di maggiore rappresentante dei trapiantati di Organi della provincia di Caserta, sull’annullamento del Concorso di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Aversa.

Le devo confessare, innanzitutto, che noi trapiantati avevamo accolto con una certa sorpresa, unita ad una tenue speranza, il contenuto della delibera numero 942 dell’8 luglio 2019, poiché in essa ci faceva piacere cogliere che, finalmente, in qualche misura, l’Asl casertana, che per lunghi anni aveva sempre ignorato le note carenze sulle condizioni dei trapiantati di organi ed annessi problemi oncologici, avesse finalmente cominciato a prestare un minimo di attenzione anche alle numerose problematiche di costoro, che l’associazione che ho l’onore di presiedere, da ben oltre 15 anni, rende note.

Ci eravamo illusi che, finalmente, si volesse cominciare a volare un poco più “in alto” anche da noi… Intanto, trascorrevano i mesi, senza che venisse dato alcun seguito agli atti consequenziali e, nonostante alcune sollecitazioni, le nostre speranze iniziavano davvero ad affievolirsi. Tuttavia, come si suol dire, la speranza è sempre l’ultima a morire; dopodiché si è anche fatto un passaggio per conoscere l’orientamento del dottor Ferdinando Russo, il nuovo direttore generale subentrato al dottor Mario De Biasio, per capire come intendesse affrontare il problema. Ricordo che ci rispose che avrebbe meglio approfondito e ne avremmo riparlato. Ed ora eccoci arrivati alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della delibera numero 574 del 18 dicembre scorso, che, come Lei giustamente scrive, ha ribaltato tutto. Ebbene, pur avendo il massimo rispetto per la visione espressa dal dottor Russo, non abbiamo problemi a sostenere che tutto questo non ci convince! E spiego perché:

Parto da una premessa, la provincia di Caserta conta circa un milione di abitanti (923.000 per l’esattezza), terza in Campania, decima in Italia. Il tasso di incidenza di neoplasie è fra i più alti nell’intera penisola, con riferimento anche e soprattutto alla patologia epatica e bilio-pancreatica. È evidente il bisogno di strutture di alta specializzazione capaci di affrontare queste patologie, sia dal punto di vista della prevenzione che della cura; ed appare ovvio che a tale fine siano fondamentali le strutture ad indirizzo chirurgico specialistico. Inoltre non va dimenticato l’alto numero di cittadini della provincia di Caserta e di altre province limitrofe che afferiscono a Caserta, sottoposti a trapianto di fegato e di rene soprattutto per patologia neoplastica, e di altri ancora che ne avranno bisogno. La Provincia di Caserta, incluso la città capoluogo, è totalmente sprovvista di strutture complesse dedicate alla chirurgia epato-bilio-pancreatica; inoltre sul territorio manca la figura di un chirurgo esperto di patologia epatica capace di porre indicazione al trapianto di fegato e agli stessi effetti consequenziali al trapianto stesso (esempio: continui interventi di laparocele). Da tutto questo scaturisce anche un ritardo diagnostico e terapeutico con grave nocumento non solo per i trapiantati, ma per tutti i cittadini della provincia di Caserta.

Questi ultimi, infatti, come risulta evidente dai report regionali sulla mobilità dei pazienti, sono regolarmente costretti a recarsi altrove, molto spesso fuori Regione, con aggravio di spesa regionale, oltre che con evidenti problematiche aggiuntive, anche economiche, per i pazienti stessi e le loro famiglie. Il tentativo di costruire il Concorso dell’Ospedale di Aversa tenendo conto anche di questi aspetti, a nostro avviso, sembrava voler finalmente porre rimedio a questa grave carenza che, lo voglio ribadire, investe soprattutto l’interesse generale. Il progetto, poi, di voler integrare le varie specialità chirurgiche sul territorio (come la colo-rettale) e creare un indirizzo oncologico multidisciplinare, sembrava poter essere una prima, valida risposta, alle evidenti carenze sanitarie che ormai da tanti, troppi anni, pongono la nostra Provincia a fanalino di coda su questi aspetti. La speranza che continuiamo a coltivare, Esimio direttore, e che il presidente De Luca, da sempre sensibile a tali tematiche, nella sua lungimiranza, nel leggere questa nota, intervenga autorevolmente sulla questione, anche per ridare la giusta dignità che merita, alla laboriosa collettività di Terra di Lavoro che, non dimentichiamolo, ancora sta tentando faticosamente di riscattare una “propria, definitiva, identità” rispetto ad altre realtà della Campania!

* presidente Associazione Italiana Trapiantati di Organi – AITF Caserta