Mauro Chianese: “Avere sempre degli obiettivi ed essere spinti nel raggiungerli è fondamentale”

Mauro Chianese: “Avere sempre degli obiettivi ed essere spinti nel raggiungerli è fondamentale”

30 Aprile 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

La pandemia ha sicuramente stravolto la nostra esistenza. Tante persone hanno perso la vita ed è stato molto destabilizzante, soprattutto perché all’inizio nessuno conosceva la malattia.
Di conseguenza ha scosso anche il calcio. I campionati si sono fermati e tanti ragazzi hanno avuto difficoltà perché nelle loro categorie di appartenenza non potevano allenarsi. Chi ha subito i disagi maggiori sono stati proprio i giovani. Nella loro crescita, fermarsi, è stato un qualcosa che gli ha penalizzati. Fortunatamente la scienza è riuscita quasi a debellare la pandemia e adesso ci stiamo avviando, sempre con le dovute precauzioni, ad essere molto più sereni e tranquilli.
lo sono stato contagiato due volte. La prima quando non c’erano ancora i vaccini e in quell’occasione è stato abbastanza problematico. La seconda, invece, quando c’erano e fortunatamente è stato molto più lieve. Quando si viene contagiati si ha sempre paura.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

 

Come accennavo prima ha causato sicuramente un rallentamento dello sviluppo dei giovani nel calcio minore. Quando blocchi dei campionati, specialmente in Serie D dove vige la regola degli Under, tutto il movimento calcistico (settori giovanili professionistici o in quelli scolastici) ne risente. Molti giovani hanno poi avuto difficoltà nell’inserirsi in questi campionati.

Chi è stato a spingerla allattività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Amo il calcio e sin da piccolo ho fatto il calciatore. A fine carriera, anche per l’età avanzata, ho detto stop al calcio giocato e iniziato ad allenare. Avevo questa vocazione ad insegnare quello che avevo appreso nell’arco della mia carriera calcistica ai giovani. Poi anche ai “grandi”. A volte ci si riesce, altre un po’ meno. Quello che mi ha gratificato molto sono i 12 anni nei settori giovanili professionistici dove ho visto tanti giovani che ho allenato arrivare in Serie A e in Nazionale.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La motivazione, la voglia di arrivare e il prefissarsi degli obiettivi sono il vero motore. Spingono ogni singolo calciatore e individuo a dare sempre qualcosa in più. La differenza sono proprio le motivazioni che uno ha per raggiungere gli obiettivi. Sono dell’idea che chi non sogna o non ha dei sogni farà fatica nella vita cosi come nello sport. Avere sempre degli obiettivi ed essere spinti nel raggiungerli è fondamentale.

Se dovesse dare qualche consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Consiglio di non mollare mai e di essere sempre realisti in quello che si fa, al di là della categoria. E’ il calciatore che fa la categoria e non viceversa. Per me contano le motivazioni, il voler arrivare a qualcosa di importante, migliorarsi, mettersi sempre in discussione e cercare sempre di apprendere quelli che sono i consigli trasmessi dai vari istruttori, educatori e allenatori. E’ un mondo molto affascinate e che dà molte soddisfazioni ma allo stesso tempo molte delusioni. Bisogna essere molto equilibrati: non esaltarsi quando le cose vanno in un certo modo e ne quantomeno deprimersi quando vanno male. E’ un mondo ambito da tante persone. Regala tanto perché sia per i giovani che per i più grandi è motivo sia di aggregazione che di socializzazione. Il sociale fa sempre bene. E’ uno sport sano che, quando lo si vive in certo modo, regala tante soddisfazioni.