Cgil-Fp Salerno, la contrazione dell’offerta sanitaria ospedaliera non è accettabile

Cgil-Fp Salerno, la contrazione dell’offerta sanitaria ospedaliera non è accettabile

10 Agosto 2023 Off Di La Redazione

La nota del direttore sanitario del DEA Eboli-Battipaglia-Roccadaspide, che dispone “la sospensione, dal 7 al 27 agosto 2023, dei ricoveri medici e chirurgici in elezione e delle prestazioni ambulatoriali erogate nel DEA a causa delle ferie estive del personale già carente, al fine di garantire le sole urgenze che vanno intese come ricoveri da pronto soccorso, interventi chirurgici o anche procedure interventistiche che rivestono il carattere di urgenza” risulta grave e inaccettabile, soprattutto dopo una manifestazione che ha visto migliaia di cittadini, istituzioni e sindacati, manifestare per le strade di Eboli, a fronte di prospettive negative per il territorio ebolitano in termini di servizi sanitari. È quanto dichiara in una nota il segretario generale della Cgil Fp Salerno Antonio Capezzuto.
“Per l’ennesima volta l’Asl interviene con disposizioni che riducono i livelli di assistenza per i cittadini, come se quello delle ferie estive del personale e la carenza di professionisti sia un elemento straordinario e non preventivabile –  ribadisce.
“L’unica soluzione é il taglio dei servizi? Dirigere una struttura a questo punto risulta molto semplice: basta intervenire con la sospensione delle attività e tutti vissero felici e contenti. Il territorio ebolitano non merita di guardare all’ospedale come un luogo dove rischia di non ricevere assistenza perché ogni giorno spunta fuori un problema diverso. Bisogna restituire ai cittadini l’idea che i presidi sanitari sul territorio offrono tutti i servizi per fronteggiare qualsiasi necessità, senza ingenerare nelle persone il timore di non avere riscontri assistenziali immediati in caso di un problema di salute.
Così si rischia di allontanare sempre di più i cittadini dalla sanità pubblica, un sistema che noi vogliamo difendere e tutelare, per non costringere i pazienti a rivolgersi a strutture a pagamento e quindi vedere venir meno il principio costituzionale di gratuità dell’assistenza” – conclude Capezzuto.