Centro terapia del dolore all’ospedale di Giugliano

Centro terapia del dolore all’ospedale di Giugliano

13 Novembre 2018 0 Di Bruno Buonanno

Sei posti letto dedicati per vincere la sofferenza fisica. ”Non bisogna rassegnarsi al dolore, non solo quello dei malati in fase terminale – spiega il primario Pasquale De Negri – ma anche quello causato da altre patologie invalidanti che può e deve essere combattuto per migliorare la qualità della vita.

 

Con l’arrivo di un nuovo primario nella rianimazione dell’ospedale di Giugliano, in Campania è operativo – grazie all’impegno del dottore Pasquale De Negri e del suo staff – un centro di terapia del dolore dotato addirittura di sei posti letto.

Un <repartino miracolo> che si affianca a quello del Monaldi (diretto da Antonio Corcione e portato avanti dall’anestesista Alfonso Papa) centro che però non ha posti letto di terapia antalgica ma è costretto, per i pazienti con problemi seri, ad appoggiarli in altri reparti dell’Ospedale dei Colli.

“Quando si parla di terapia del dolore – chiarisce Pasquale De Negri – in genere le persone pensano al dolore oncologico che interessa una parte minima dei pazienti che si rivolgono al centro di Giugliano. Sui problemi antalgici collegati a malattie tumorali lavora il centro del Pascale (lì non effettuano interventi invasivi) mentre sul territorio sono impegnati gli ambulatori delle aziende sanitarie. Al momento con il pensionamento del collega Montrone anche il centro di terapia del dolore dell’azienda Cardarelli lavora poco”.

I <clienti> hanno in genere i capelli bianchi: la struttura accoglie molte persone anziane, dai sessantacinque anni in su.

“Diciamo che quella è l’età in cui cominciano a dare continui problemi i disturbi dolorosi che un cittadino considera <acciacchi> di vecchiaia: un mal di testa – spiega il direttore del centro di terapia antalgica di Giugliano – che si ripropone con frequenza sempre maggiore, mal di collo, o una fastidiosa lombosciatalgia”.

Scusi, dottore De Negri, presentato così si ha quasi l’idea che nel centro di terapia del dolore che dirige in ospedale ci siano una serie di <tuttologi> capaci di far sparire tutte le cause di sofferenza.

“Una persona quando accusa dolore va dal medico di famiglia che gli prescrive una serie di accertamenti e in genere lo indirizza da un ortopedico, da un neurologo, da un neurochirurgo. Io e i miei collaboratori – spiega Pasquale De Negri – lavoriamo in un repartino con sei posti letto per la terapia del dolore e, sempre nell’ospedale di Giugliano, gestiamo la rianimazione che va avanti autonomamente con altri otto posti letto. Chi viene nel centro di terapia antalgica se non ha ancora una diagnosi certa si sottopone agli accertamenti necessari (radiografie, tac, risonanza) per in quadrare il suo problema. Poi decidiamo come intervenire per bloccare la sua sofferenza”.

Dottore, sembra una cosa scontata: antidolorifici e se non bastano si procede con i derivati degli oppioidi…

“No, non è così. Molti pazienti che, dopo lunghe terapia fatte con i derivati degli oppioidi, sono diventati dipendenti proprio dagli oppioidi. Ecco il motivo per cui prescriviamo questa terapia solo in pochi casi.  Da noi quando una persona ha completato tutti gli accertamenti che ci permettono di avere una diagnosi certa si eseguono dei trattamenti interventistici. Procediamo alla stimolazione midollare, effettuiamo con radiofrequenza il resettaggio delle fibre nervose. Andiamo alla ricerca della causa del dolore per eliminarlo evitando – come invece farebbero un ortopedico o un neurochirurgo – di effettuare un intervento chirurgico che <modifica> la situazione”.

Si spieghi meglio, dottore De Negri. Ci faccia comprendere cos’è la terapia antalgica

“Se un paziente ha problemi cardiaci che non si risolvono con i farmaci lo specialista gli impianta un pace maker. Ecco, noi effettuiamo lo stesso tipo di intervento – chiarisce Pasquale De Negri – applicando con due taglietti un pace maker nel canale vertebrale, apparecchiatura alimentata da una micro batteria applicata sul paziente che, proprio come i telefonini, è ricaricabile col il sistema wireless. Togliamo il dolore, ma non agiamo sulla patologia come sarebbe invece portato a fare un ortopedico o un neurochirurgo. I risultati sono più che soddisfacenti come conferma la continua affluenza di pubblico nel centro di terapia antalgica che rilancia in Campania l’ospedale di Giugliano”.