Centrale del Garigliano, risorge per diventare sito di stoccaggio di scorie nucleari

Centrale del Garigliano, risorge per diventare sito di stoccaggio di scorie nucleari

9 Giugno 2024 Off Di Manto

Eravamo ragazzotti, circa mezzo secolo fa, quando, durante le vacanze estive ci imbattemmo in diversi libercoli che riportavano, con documentazione fotografica, le anomalie che si riscontravano nella della Centrale nucleare del Garigliano, a confine fra Campania e Lazio,: lucertole, polli e vitelli con due teste; piante deformi…. Si denunciava, insomma, il rischio di dispersione nucleare. Nessun, a quanto ci risulta, ha mai smentito  le cose riportate in quei pamphlet.

Sono entrati nel vivo alla centrale del Garigliano, situata nel comune casertano di Sessa Aurunca, i lavori di costruzione del nuovo deposito temporaneo DT2 con la realizzazione della soletta di fondazione della nuova struttura.

Ora, si sa, il tempo è galantuomo e copre con le sue dimenticanze cose la cui memoria dovrebbe restare, invece, ben viva.  E così in una notizia passata con poca enfasi e rilanciata dall’Ansa ecco il ritorno della centrale ed il risveglio di paure mai sopite: lavori in corso per creare nel sito dismesso un nuovo “deposito temporaneo servirà ad ospitare in sicurezza circa 1.800 metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media attività provenienti esclusivamente dalle attività di smantellamento della centrale campana e, in particolare, dai lavori di smantellamento dei sistemi e componenti all’interno dell’edificio reattore, iniziati nel dicembre scorso, in vista del loro successivo conferimento al Deposito Nazionale, una volta disponibile.

La struttura, progettata secondo i migliori standard internazionali, con una pianta rettangolare di 70 metri per 18 e un’altezza di 13 metri, avrà una volumetria complessiva di circa 16.500 metri cubi.

Tale cubatura sarà comprensiva di un’area operativa di movimentazione, di un corpo servizi funzionale all’esercizio del deposito e di un’area di stoccaggio dotata, fra l’altro, di un carroponte per la movimentazione in remoto dei contenitori di rifiuti radioattivi, nella quale saranno presenti anche dei corridoi per l’ispezionabilità degli stessi.
Le attività in corso termineranno a giugno 2025 e la messa in esercizio del deposito, al termine dei collaudi, avverrà entro il primo semestre 2026. Si tratta di un risultato importante per l’avanzamento del programma di dismissione e di gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi del sito, che permetterà di portare a termine lo smantellamento dei sistemi e dei componenti dell’edificio reattore della centrale campana”. Fino a qui le dichiarazioni ufficiali.

C’è da fidarsi? Questa la domanda da un milione di dollari.