Celiachia, una malattia in crescita?

Celiachia, una malattia in crescita?

26 Maggio 2019 0 Di Al. Ma.

La Campania, dopo Lombardia e Lazio, si piazza al terzo posto in Italia per numero di celiaci. Per alcuni il dato sull’aumento dell’incidenza sarebbe dovuto alle migliori diagnosi.

La celiachia è una malattia auto–infiammatoria cronica, su base quasi certamente autoimmune, che è causata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, farro, spelta, kamut, triticale) contenente prolamina che è una delle sue componenti ed è appunto questa a procurare l’effetto tossico per chi soffre di questa grave forma di intolleranza alimentare.

Il consumo di questi cereali, pertanto, provoca una reazione avversa nel celiaco dovuta all’introduzione delle prolamine con il cibo all’interno dell’organismo il che può generare gravi danni alla mucosa intestinale fino all’atrofia dei villi intestinali. Un celiaco quindi, oltre al danno diretto, subisce un consistente danno indiretto perché non è in grado di assorbire sostanze nutritive e quindi rischia la malnutrizione.

Secondo i dati riferiti dal Ministero della salute e relativi al 2017, la celiachia è l’intolleranza alimentare più frequente e la stima della sua prevalenza si aggira intorno all’1%: è stato calcolato che nella popolazione italiana il numero teorico di celiaci si aggiri intorno ai 600.000, contro i quasi 200.000 ad oggi diagnosticati.

A dicembre 2016 i celiaci risultavano 198.427, di cui 138.902 femmine e 59.525 maschi, nel periodo 1 gennaio -31 dicembre 2016 sono state poste 15.569 nuove diagnosi. Rispetto alla prima Relazione annuale (2007), le diagnosi sono aumentate grazie soprattutto alla sensibilizzazione dei medici e degli operatori sanitari.

Ad oggi le Regioni abitate da più celiaci sono Lombardia (37.907), Lazio (19.325) e Campania (18.720). La celiachia risulta concentrata nella fascia di età tra i 19 e i 40 anni (quasi il 34,79%), a seguire quella che va dai 41 ai 65 anni (31,53%).